Mario Fabbroni
Traballa la poltrona di Armando Siri, sottosegretario ai Trasporti

Mario Fabbroni Traballa la poltrona di Armando Siri, sottosegretario ai Trasporti
Mario Fabbroni
Traballa la poltrona di Armando Siri, sottosegretario ai Trasporti ma soprattutto papà della flat tax proposta dalla Lega. Anzi, dopo che la Procura di Roma l'ha indagato per corruzione, il ministro Toninelli (M5s) gli ha subito tolto le deleghe e il vicepremier Di Maio ne ha invocato «le dimissioni per potersi difendere ma lontano dal governo», ricevendo invece una replica al vetriolo dal suo omologo Matteo Salvini: «Voi di M5s avete difeso la Raggi per due anni...».
Tensione altissima tra alleati giallo-verdi, altro che pace pasquale. L'accusa è di corruzione: Siri avrebbe intascato una tangente di 30 mila euro in cambio della modifica di un norma che faceva capo al Def sugli incentivi connessi al mini-eolico. «Non ho fatto niente di male: non ho ragioni per dimettermi», la difesa a caldo.
Il nome di Siri spunta da un'intercettazione disposta dalla Procura di Palermo che, da mesi, indagava su un giro di mazzette che vede coinvolti il re dell'eolico Vito Nicastri e Paolo Arata, ex deputato di Forza Italia, tra i professori scelti da Salvini per la stesura del programma della Lega. In un'intercettazione poco chiara (l'audio è piuttosto disturbato) si parla della tangente ma non si capisce se sia stata già pagata oppure no a Roma. Per i magistrati, Siri sarebbe coinvolto nella sua duplice veste di senatore della Repubblica e sottosegretario alle Infrastrutture, ma anche di pubblico ufficiale, in quanto avrebbe asservito le sue funzioni e i suoi poteri ad interessi privati.
«Non ho mai piegato il mio ruolo istituzionale a richieste non corrette», ribadisce Siri che, anzi, chiede «di essere ascoltato al più presto».
Sta di fatto che le deleghe sono state ritirate dal ministro pentastellato alle Infrastrutture: «Il rapporto con Toninelli è quello che è, lo vedete. Io la penso come Salvini», aggiunge Siri. La bomba però viene attivata proprio da Salvini negli studi Rai di Porta a Porta: «Ho due sottosegretari M5s che lavorano bene, se fossero indagati mai mi sognerei di togliere loro le deleghe».
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 19 Aprile 2019, 05:01
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