«Maria è stata data in pasto ai maiali»

A tre anni di distanza dalla scomparsa dell'imprenditrice Maria Chindamo, la procura di Vibo Valentia ha chiesto ed ottenuto dal gip tre provvedimenti di fermo con l'accusa di concorso in omicidio. Le tre persone indagate sono Salvatore Ascone (53 anni di Limbadi, detto U Pinnularu), l'operaio romeno Cheorge Laurentiu Nicolae (30 anni) e un nipote di Ascone, all'epoca dei fatti minorenne. I tre non avrebbero però preso parte attiva all'omicidio dell'imprenditrice di Laureana di Borrello, bloccata davanti al cancello della sua azienda agricola di Limbadi e poi - ammettono oggi gli inquirenti - uccisa e il suo cadavere fatto scomparire. Anzi, c'è un'ipotesi agghiacciante prospettata dagli investigatori: «Maria sarebbe stata data in pasto ai maiali». Secondo l'accusa i tre avrebbero manomesso il sistema di videosorveglianza installato nell'abitazione del fermato per impedire la registrazione delle immagini della telecamera che era orientata proprio sull'ingresso della proprietà di Maria Chindamo. Secondo i magistrati della procura questo impedimento ha contribuito a non lasciare traccia del delitto ed ha agevolato il lavoro degli esecutori materiali del rapimento della donna che hanno potuto così agire indisturbati.
Maria Chindamo, madre di tre ragazzi, è stata sequestrata il sei maggio del 2016. Un anno prima, lo stesso giorno, suo marito Ferdinando Punturiero si era suicidato.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Luglio 2019, 05:01
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