Malattie croniche ecco la novità
«I farmaci biosimilari rappresentano un'opportunità per il clinico, in quanto presentano un profilo di efficacia e di sicurezza sovrapponibile a quello dei biologici originatori ma consentono un risparmio di risorse, soprattutto se si tiene conto che in Italia il numero di pazienti trattati con farmaci biotecnologici è tra i più bassi d'Europa e se si fa riferimento alle limitazioni di budget delle singole Regioni - dichiara Luigi Sinigaglia, Direttore Struttura Complessa di Reumatologia, Centro Specialistico Ortopedico Traumatologico Gaetano Pini-CTO, Milano - La nostra esperienza con i biosimilari è in generale positiva, soprattutto nei pazienti cosiddetti naive, che non sono mai stati trattati in precedenza con farmaci biologici, e non c'è ragione per non utilizzare il biosimilare nel paziente che ha indicazione per quel farmaco specifico. È tuttavia importante che si eviti un continuo passaggio (switch) da un biosimilare all'altro per mere ragioni di natura economica. Anche per i biosimilari, come per gli originatori, deve valere il principio della continuità terapeutica».
Per André Dahinden, Presidente e AD Amgen Italia «con il biosimilare di adalimumab facciamo il nostro ingresso in una nuova area terapeutica per l'Europa e l'Italia. Si tratta del nostro secondo biosimilare disponibile in Italia, a conferma dell'impegno nei confronti di pazienti, clinici e sistemi sanitari che coniuga innovazione e sostenibilità». (leggocaperna@gmail.com)
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Novembre 2018, 05:01
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