MAGGIORANZA DIVISA

Altissima tensione nella maggioranza. Matteo Renzi non retrocede di un passo sulla prescrizione e non manda i suoi ministri al Consiglio dei ministri come atto di protesta contro la riforma Bonafede. In più, ancora una volta, Italia Viva vota con l'opposizione un emendamento sulle intercettazioni al decreto Mille proroghe. Quanto basta per mandare il premier Conte su tutte le furie: «Non accetto ricatti. Iv si comporta come un partito di opposizione che fa un'opposizione aggressiva e anche un po' maleducata». Un richiamo condiviso dal segretario del Pd Zingaretti che avverte: «Se finisce il governo, finisce la legislatura e si vota».
La crisi sembra a un passo tanto che Conte sente al telefono il capo dello Stato Sergio Mattarella. Renzi però non appare intimidito, non esclude la possibilità di un ritorno al voto («se vuoi la crisi, aprila», ribatte a Conte) e non si accontenta dell'accordo raggiunto tra Pd, M5S e LeU per ritoccare la prescrizione. I rumors parlano di un premier davvero infuriato, stanco dei continui sgambetti di Renzi e pronto a puntellare il governo con una pattuglia di responsabili pronti a sostenere il Conte bis al posto dei parlamentari renziani. (A. Sev.)

Ultimo aggiornamento: Venerdì 14 Febbraio 2020, 05:01
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