Lorena Loiacono
Pronto soccorso da incubo, in questi giorni a Roma centinaia

Lorena Loiacono Pronto soccorso da incubo, in questi giorni a Roma centinaia
Lorena Loiacono
Pronto soccorso da incubo, in questi giorni a Roma centinaia di pazienti affollano corridoi e sale di attesa. Prosegue l'emergenza: i pazienti restano in coda per ore, giornate intere se non di più, prima di sapere in quale ospedale poter essere ricoverati.
Ad osservare l'affollamento nei reparti di emergenza si resta impressionati, ancora di più se si pensa che buona parte di quei pazienti sono stati visitati e aspettano solo un posto letto. Una ricerca che spesso non trova soluzione. Qualche esempio: ieri alle 5 del pomeriggio nel pronto soccorso del Policlinico Umberto I erano presenti in tutto 136 pazienti, tra questi ben 57 erano stati già visitati e aspettavano il ricovero. E torna l'incubo ambulanze: senza lettighe di ritorno i mezzi sono costretti a restare fermi ore.
Quattro su dieci, quasi la metà. Ma l'Umberto I non è l'unico ospedale in difficoltà con i posti letto. Al San Camillo, ad esempio, dei 107 pazienti presenti nel primissimo pomeriggio, erano addirittura 59 quelli che aspettavano il ricovero: oltre la metà. E così via. Un sovraffollamento, dovuto inevitabilmente al picco dell'influenza e ai tanti disagi che porta soprattutto nei pazienti più deboli. Ieri pomeriggio nel reparto di emergenza del Policlinico Gemelli erano presenti 110 pazienti, 93 quelli al Sant'Andrea e 117 al policlinico Casilino. Al Policlinico di Tor Vergata c'erano 118 pazienti di cui 33 in attesa di ricovero mentre all'ospedale Pertini delle 85 persone presenti erano 46 quelle senza posto letto.
Per attivare un ricovero è necessario che nella struttura ci sia posto o che, in seconda battuta, qualche altro ospedale risponda al fax di richiesta per un posto letto. La Regione Lazio ha attivato oltre 230 posti in più e ne attiverà altri 240. Ma dalla Pisana l'opposizione insorge: «La situazione dei pronto soccorso - denuncia Chiara Colosimo, consigliere regionale di Fratelli d'Italia - è l'ennesima criticità che fa registrare la giunta Zingaretti in tema di sanità. Che ci sarebbe stato un picco dell'influenza era noto da tempo e quindi non reggono le scuse dell'assessore D'Amato. Il problema è che manca una programmazione, ma si opera solo nell'emergenza. A tutto questo poi va aggiunto che il presidente Zingaretti ha oramai abbandonato i cittadini della Regione Lazio al loro destino e oramai si dedica solo al suo ruolo nazionale. Tutto ciò non fa altro che aggravare una situazione già al limite del collasso».
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Gennaio 2020, 05:01
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