Lorena Loiacono
La scuola non riaprirà il 3 aprile, le paure di studenti

Lorena Loiacono
La scuola non riaprirà il 3 aprile, le paure di studenti e famiglie si stanno concretizzando. La proroga ci sarà e dipende, ovviamente, dall'andamento dell'epidemia da Covid-19. Ad annunciarlo ieri, dopo giorni di attesa, è stata la ministra all'Istruzione Lucia Azzolina: «Si andrà nella direzione già annunciata dal presidente Conte di prorogare la data del 3 aprile per la riapertura delle scuole. Quando riapriranno? Non è possibile dare un'altra data».
A stabilirlo sarà il ministero della Salute e il comitato scientifico per l'emergenza. «Riapriremo le scuole ha assicurato la ministra - quando avremo garantita la sicurezza di studenti e personale».
STOP DI 60 GIORNI. Sembra sfumare anche la possibilità di una riapertura subito dopo Pasqua. Gli esperti del comitato scientifico hanno infatti chiarito che sarebbe un rischio riaprire le scuole prima di 60 giorni di chiusura. È questo lo stop che è stato rispettato in Cina e sembra aver dato i suoi risultati. Dalla chiusura nazionale del 3 marzo scorso, prevista inizialmente solo per la didattica e poi estesa anche agli edifici, si andrebbe avanti quindi almeno fino al 4 maggio, lunedì. Se poi il picco dell'epidemia dovesse arrivare a metà aprile, si potrebbe prorogare fino all'11 maggio.
LEZIONI IN FUMO. Nel frattempo i ragazzi italiani stanno perdendo milioni di ore di lezione frontale. Il sito specialistico Tuttoscuola ha quantificato le ore di lezione perse per un totale di 75milioni fino al 3 aprile. Andando avanti di un altro mese il dato è destinato a raddoppiare anche se, a macchia di leopardo, le scuole stanno avviando la didattica a distanza.
CLASSE VIRTUALE. Le inevitabili difficoltà della didattica a distanza rischiano di far saltare la preparazione degli studenti: non tutti i docenti usano le piattaforme online, c'è anche chi invia materiale didattico anche tramite semplici chat. Alcuni registrano videolezioni, da inserire sui sistemi e far vedere agli studenti in qualunque momento, altri invece preferiscono andare in simultanea con i disagi che la rete comporta. Non tutti hanno la connessione perfettamente funzionante e non tutti, soprattutto chi ha uno o più fratelli, può contare su un dispositivo tutto per sé.
PRESIDI VS SINDACATI. La tensione è alle stelle: da un lato i sindacati che rifiutano imposizioni da parte dei dirigenti scolastici sul modo di far lezione e dall'altro i presidi che ribadiscono «la scuola non è dei sindacati, è degli studenti».
INCUBO MATURITÀ. A perdere il sonno sono soprattutto quei 500mila che a giugno dovrebbero sostenere la maturità. Le associazioni degli studenti hanno chiesto alla ministra all'istruzione, Lucia Azzolina, di rivedere gli scritti, soprattutto il secondo reso più ostico dalla doppia presenza come quella di latino-greco al liceo classico o matematica-fisica allo scientifico: «Stiamo pensando a diversi scenari ha risposto Azzolina - l'esame sarà tarato sulla base degli apprendimenti raggiunti». Per questo i dirigenti hanno chiesto che la commissione d'esame sia tutta interna, senza docenti che vengono da fuori, sia per evitare spostamenti sia per far sì che ogni docente sappia esattamente cosa poter chiedere ai suoi studenti e cosa no. In base al programma effettivamente svolto online.
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 20 Marzo 2020, 05:01
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