Latte in polvere, 400 euro al mese di bonus per i primi 180 giorni di vita

Alessandra Severini
Una nuova valanga di micromisure entra a far parte della legge di bilancio, ancora all'esame in commissione al Senato. Fra gli aiuti alle famiglie è stato previsto un bonus per l'acquisto del latte artificiale per le mamme che non possono allattare. Il bonus potrà arrivare fino a 400 euro al mese ed essere erogato fino al sesto mese di vita del neonato. Sarà il ministero della Salute entro marzo 2020 a fissare i requisiti economici e ad indicare gli impedimenti che daranno diritto al sostegno. Per farsi carico al contributo alle mamme è previsto un apposito fondo al ministero della Salute, dotato di 2 milioni di euro per il 2020 e di 5 milioni a partire dal 2021.
Tra le misure più contestate la plastic tax continua ad assumere nuove vesti. L'ultima versione prevede un'imposta che scende da 0,50 a 0,45 euro al chilo sui prodotti monouso ma comprende anche il tetrapack.
Molte anche le misure che favoriscono la parità di genere. Fra queste l'emendamento che equipara le atlete donne ai colleghi maschi, estendendo le tutele previste dalla legge sulle prestazioni di lavoro sportivo. Anche dal punto di vista contrattuale perciò le atlete (pensiamo alle calciatrici) diventano sportive professioniste e per promuovere il professionismo nello sport femminile si prevede un esonero contributivo al 100% per tre anni per le società sportive femminili che stipulano contratti di lavoro. Un traguardo atteso da molti anni, raggiunto forse non a caso nell'anno del boom del calcio femminile. «In Italia c'è una discriminazione di genere che non permette ad un'atleta di essere professionista», aveva detto giorni fa la capitana azzurra e della Juventus, Sara Gama.
Tra le altre novità, la possibilità di sospendere il reddito di cittadinanza nel caso di assunzione con contratti di breve durata e lo sgravio contributivo del 100% (per i primi tre anni) in favore delle imprese con meno di 9 dipendenti che assumono apprendisti nel 2020. Resta ferma, per gli anni successivi, l'aliquota del 10%.
Il governo intanto supera a fatica lo scoglio del voto sul Meccanismo Salva Stati ma è soprattutto il M5s ad andare in affanno con alcuni senatori che hanno espressamente dichiarato di votare no, in dissenso dal partito. Su di loro i sospetti di un passaggio alla Lega.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Dicembre 2019, 05:01
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