La setta degli adepti schiavi

La setta degli adepti schiavi
Alessio Caprodossi
Associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù, maltrattamenti, lesioni aggravate ed evasione fiscale. Sono questi i capi d'accusa per cui ieri è finito sotto inchiesta Mario Pianesi, il guru dell'alimentazione macrobiotica che, grazie a una sua pseudo dieta in grado di guarire malattie incurabili, ha manipolato per anni i suoi seguaci. Persone fragili psicologicamente che col tempo hanno messo la propria vita nelle mani di Pianesi e degli altri quattro indagati (tra cui la moglie) che rivestivano ruoli apicali nella piramide organizzativa di un movimento attivo tra Marche ed Emilia Romagna, forte di circa 90.000 affiliati e dei profitti realizzati e sottratti al fisco dall'associazione Un punto macrobiotico, che riforniva in esclusiva più di cento punti vendita.
Secondo l'accusa la setta plasmava le vittime al totale asservimento mediante un rigido controllo dell'alimentazione che ha trasformato l'aspetto degli adepti - su tutti una donna in buone condizioni arrivata a pesare 35 kg - e la negazione del mondo esterno, specie dall'ambito medico: «I farmaci non curano, tolgono solo i sintomi, i medici sono assassini», era una delle convinzioni instillate nella mente dei seguaci da Pianesi, il 77enne maestro che mai aveva studiato medicina e vantava solo una laurea ad honorem conferita dall'Accademia delle scienze della Mongoli.
Partita nel 2013 grazie alla denuncia di una ragazza vittima in passato della setta, l'indagine condotta dalla polizia di Stato di Ancona e Forlì ha evidenziato che Pianesi sfruttava il lavoro degli adepti senza pagarli, bensì pretendendo in cambio donazioni in denaro per realizzare fantomatiche cliniche. Soldi che invece finivano nei conti bancari intestati agli indagati.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 15 Marzo 2018, 05:01
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