La prima piazza di spaccio a Tor Bella Monaca? La volle il boss Senese

Non solo associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata all'usura, alle estorsioni ed al riciclaggio di fiumi di denaro sporco ripulito grazie a ristoranti, vendita di griffe d'abbigliamento e caseifici. C'era anche l'egemonia sulla piazza di spaccio più grande d'Italia, quella di via dell'Archeologia a Tor Bella Monaca. Michele Senese ebbe il benestare per creare un modello di spaccio nella Capitale come quello ideato dal Clan Di Lauro a Scampia e Secondigliano nel napoletano: ecco allora il supermercato a cielo aperto di cocaina ed eroina, nato con la famiglia Moccia, grazie al capostipite Vincenzo originario di Afragola. Ancora oggi, il narcotraffico in via dell'Archeologia è in mano alle stesse famiglie di allora con nuovi affiliati e sodali con i Moccia, i Leoniello, i Maruca, i Nastasi, Di Bello ed i Federici.
E' quanto è emerso durante le indagini della direzione distrettuale antimafia delegate alla squadra mobile ed alla guardia di finanza che hanno portato in manette 28 esponenti ed affiliati al clan Camorristico dei Senese. Spartizioni criminali della Capitale che risalgono agli anni 80 prima della pax mafiosa romana imposta per evitare le indagini e per non attirare l'attenzione delle procure sugli affari illeciti legati allo spaccio. Il figlio del boss Senese aveva esteso la sua egemonia anche a Ponte Milvio uno dei centri della movida capitolina, dove tra pub, winebar, ristoranti, disco pub e locali alla moda, si muoveva anche la batteria albanese di Fabrizio Piscitelli detto Diabolik ucciso il 7 agosto scorso. La genesi criminale di Diabolik, secondo alcuni pentiti e collaboratori di giustizia la si deve proprio alla sua vicinanza al clan Senese. (E.Orl.)

Ultimo aggiornamento: Giovedì 9 Luglio 2020, 05:01
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