La fototrappola: l'orso M49 è scappato

Caccia all'orso nei boschi sopra Trento. Il cerchio si stringe su M49, fuggito in modo rocambolesco dal recinto elettrificato del Centro faunistico Casteller dove era stato rinchiuso dopo la cattura nei boschi della val Rendena. Ieri mattina una fototrappola lo ha immortalato nei boschi del gruppo della Marzola. Le squadre dei forestali hanno quindi presidiato il territorio in attesa di una soluzione della vicenda.
Sempre ieri funzionari dell'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, hanno fatto un sopralluogo al Casteller per farsi un'idea sulle recinzioni e sui sistemi di sicurezza della struttura.
Resta intanto valida la disposizione del governatore del Trentino, Maurizio Fugatti, data immediatamente dopo la fuga dell'orso, ovvero quella di abbatterlo nel caso di avvicini alle case o sia di pericolo per l'uomo. Decisione che ha provocato, al pari dell'ordinanza circa la cattura emessa all'inizio di luglio, le vibrate proteste delle associazioni animaliste che oggi hanno chiesto di evitare l'abbattimento chiedendo l'intervento della magistratura per tutelare la vita del plantigrado fuggiasco. Critiche sull'operato della Provincia di Trento arrivano anche dai veterinari dell'Anmvi che parlano di «operazioni di cattura precipitose e fallimentari» e di «clamoroso insuccesso tecnico» per «la mancanza di un protocollo di cattura corretto e di una regia veterinaria specializzata».
Ad avallare la strategia di Fugatti è arrivata proprio ieri la decisione della Corte costituzionale che ha ritenuto legittime le leggi delle Province autonome di Trento e Bolzano sulla cattura e l'eventuale uccisione di orsi e lupi, respingendo due ricorsi del presidente del Consiglio. La Consulta ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale giudicando che «la disciplina provinciale contestata rientri nell'ambito delle competenze legislative statutariamente affidate alle due Province autonome».

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Luglio 2019, 05:01
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