In principio fu il liscio, poi vennero il pop, il jazz, l'elettronica, i ritmi balcanici
Che ci fanno tre come voi al festival?
«La rivoluzione del liscio. Sdoganiamo una musica ingiustamente considerata di serie B contaminandola con altri generi. Per questo il nostro è un punk da balera, punk nel senso di libero, trasgressivo, fuori moda».
Si balla, dunque. Sapete che non si può.
«È una proposta quasi sovversiva. Ci fosse stato il pubblico, all'Ariston si sarebbero alzati tutti a ballare. A casa, comunque, potrete alzarvi dal divano e divertirvi: tra congiunti, ovviamente».
In poche parole Bianca luce nera.
«Una canzone sul desiderio, non solo di una donna, anche di uno strumento musicale. La doppia faccia dell'attrazione: la conquista di una cosa che sogni, ma di cui puoi diventare schiavo».
I vostri fans?
«Non solo gli amanti del liscio. Ultimamente è impazzito per noi Tony Renis».
Magari ci scappa un bel tour negli States.
«Sarebbe un sogno».
Nella serata delle cover ovviamente una polka, Rosamunda.
«Mirco è fissato con la musica dell'Europa dell'Est. Le sue vacanze le ha fatte tutte in Polonia, Bulgaria, Romania, Macedonia Dice che la loro musica popolare è la sorellastra del liscio».
Un desiderio post-festival.
«Una tournée nelle balere dove un tempo si facevano anche 350 serate l'anno. Far ballare nonni, figli, nipoti. Il liscio è antidivistico, altruista, genera abbracci. Per ora è vietatissimo ma ce n'è tanto bisogno».
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Febbraio 2021, 05:01
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