Il voto segreto affossa il Ddl Zan. Sospetti Pd su Renzi e Italia viva

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di Alessandra Severini

Stop al Senato al ddl Zan, il disegno di legge contro l'omotransfobia già approvato dalla Camera nel novembre 2020. La richiesta di bloccare l'esame del testo, presentata da Lega e FdI, è stata votata dall' Aula del Senato a scrutinio segreto e questo ha favorito la tagliola: 154 i voti a favore dello stop e 131 i contrari (2 astenuti). L'esito della votazione è stato accolto dagli applausi, ma se il centrodestra esulta, ritrovando una compattezza finora insperata, nel centrosinistra si diffondono i sospetti. All'appello dei favorevoli al testo, secondo il Pd, mancano almeno 16 voti e tutti gli occhi guardano ai 16 senatori di Italia viva. I renziani si difendono e accusano il Pd: «Per mesi abbiamo messo in guardia in tutti i modi da una gestione fallimentare del provvedimento». Mai dem non ci stanno. «Hanno voluto fermare il futuro, riportare l'Italia indietro.

Oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi. Ma il Paese è da un'altra parte. E presto si vedrà» ha scritto su Twitter il segretario del Pd Letta. «Chi oggi gioisce per questo sabotaggio dovrebbe rendere conto al Paese che su questi temi ha già dimostrato di essere più avanti delle aule parlamentari» ha postato anche il presidente del M5s Giuseppe Conte. Polemiche anche sulla concessione del voto segreto da parte della presidente Casellati. In teoria ora sarà possibile ripresentare il provvedimento tra sei mesi, ma difficilmente allora sarà cambiato qualcosa. Delusione viene dalle associazioni Lgbt. «I numeri con cui è stato affossato il testo Zan contro l'omotransfobia sono inesorabili: la nostra classe politica è in larga maggioranza omofoba» accusa l'Arcigay.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Ottobre 2021, 09:24
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