«Il presidente del Consiglio ci ha confermato che, ad oggi, non ci sono ancora

«Il presidente del Consiglio ci ha confermato che, ad oggi, non ci sono ancora le condizioni per far ripartire le attività sospese. Prima di tutto la salute dei lavoratori». Queste le parole del segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, dopo il vertice in videoconferenza convocato dal premier Giuseppe Conte, con le parti sociali, sulle misure di contenimento da mettere in campo per le attività produttive dopo il 13 aprile. Il governo va dunque verso il prolungamento del lockdown fino al 3 maggio. Secondo le stesse fonti si valuta la possibilità di poche riaperture mirate nell'ambito dei codici Ateco delle attività essenziali. Nei prossimi giorni - si spiega - verrà istituito un gruppo di lavoro per prefigurare le condizioni per una riapertura progressiva.
Intanto il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia - da Milano - invia un messaggio a Confindustria: «Il governo ha le idee chiare: dobbiamo mettere in sicurezza la salute degli italiani. Con la salute a rischio, non c'è economia». E precisa: Prima mettiamo in sicurezza la Lombardia e tutti gli ospedali lombardi, e poi penseremo alla Fase 2. Frasi che arrivano dopo il pressing di Confindustria, che in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto, ieri ha lanciato ufficialmente la richiesta di riaprire urgentemente le attività. Il tema è stato oggetto, a partire di un confronto tra Conte e i capi delle delegazioni dei partiti di maggioranza e l'orientamento sembra essere quello della massima prudenza. Una frenata frutto della linea di massima prudenza espressa ieri dal comitato tecnico-scientifico del ministero della Salute.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Aprile 2020, 05:01
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