Il mito di Senna 25 anni dopo

Il mito di Senna 25 anni dopo
Impossibile dimenticare quel giovedì 28 aprile 1994. Hotel Sheraton Padova, sono circa le 13 quando nel salone principale arriva Ayrton Senna. Il suo sorriso, gli autografi, le innumerevoli strette di mano. Le foto. Lui, il tre volte campione del mondo di Formula Uno (1988, 1990, 1991) si concede alla folla. L'occasione è la consegna al campione brasiliano di una fiammante mountain bike che all'epoca valeva oltre otto milioni.
Ma il destino crudele e avverso era dietro l'angolo. Ayrton avrebbe perso la vita tre giorni dopo, domenica primo maggio, nel Gran Premio di San Marino a Imola. Morire a 34 anni, compiuti il 21 marzo, 40 giorni prima. Il tragico epilogo del più fascinoso eroe del Circus (soprannominato Magic) alla curva Tamburello. L'ultima curva, appunto.
Senna, tra l'altro, aveva conquistato la pole position, la terza di fila, ma a caratterizzare la gara sarà ben altro. Le prove, cominciate in malo modo il venerdì con l'incidente di Rubens Barrichello alla variante bassa (senza gravi conseguenze) e funestate il sabato dall'incidente mortale di Roland Ratzenberger alla curva Villeneuve, segneranno profondamente lo stato d'animo di Ayrton e lo porteranno a correre con la bandiera austriaca nella monoposto, pensando di sventolarla in caso di vittoria in segno di solidarietà: tale bandiera fu poi rinvenuta all'interno dei resti della Williams dopo l'incidente, intrisa del sangue del pilota brasiliano. Ayrton aveva come un presagio in un mondo che poi gli è stato avverso: lui quel Gran Premio non avrebbe voluto disputarlo. la morte di Ratzenberger lo aveva colpito duramente. Nel suo volto si leggeva una chiara angoscia. Poi quella tragica fine. Lui che cercava il poker mondiale dopo le tre vittorie conquistate in precedenza.
Da quella terribile domenica di primavera sono trascorsi 25 anni, ma le gesta di Senna resteranno per sempre scolpite nella memoria collettiva di chi ama il Circus. da molti, non a caso, è tutt'ora considerato il miglior pilota visto all'opera. In carriera ha disputato 161 Gran Premi: 41 vittorie, 65 pole position, 19 giri veloci, 80 podi. Ayrton ha lasciato un segno indelebile in una Formula Uno che è diventata noiosa e troppo prevedibile. Colpa di una Mercedes stratosferica e di una Ferrara ancora alla ricerca del suo centro di gravità permanente. Ci vorrebbe un amico. Come Senna, per rendere il Circus nuovamente fantastico.(M.Zor.)
riproduzione riservata ®

Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Aprile 2019, 05:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA