Il Belpaese dei giovani a perdere

Lorena Loiacono
Non studiano, non hanno un lavoro e neanche lo cercano, hanno tra i 15 e i 24 anni e guardano al loro futuro senza troppo entusiasmo. Sono i cosiddetti Neet e la percentuale più alta, in Europa, si registra in Italia. Un triste primato a cui fanno seguito anche i record della maggior presenza di autonomi tra i lavoratori e dell'aumento delle persone che versano in povertà assoluta.
I dati allarmanti, sul mercato del lavoro ma anche su quello della formazione iniziale, arriva da un'indagine 2017 sull'occupazione e sugli sviluppi sociali in Europa, Esde, pubblicata dalla Commissione europea. La quota di neet italiani nel 2016 è stata del 19,9%, un dato in ribasso rispetto al 21,4% del 2015, ma che resta comunque il più alto nella Ue dove la media è dell'11,5%. Basti pensare ad altri paesi, comunque toccati dalla crisi, come la Grecia ad esempio dove i neet rappresentano il 15,8% dei giovani tra 15 e 24 anni, in Romania il 17,4%, in Spagna il 14,6%, in Bulgaria il 18,2%, in Croazia il 16,9% e in Portogallo il 10,6%.
Il report della Commissione analizza anche l'andamento della disoccupazione evidenziando come dal 2013, anno nero per la crisi economica, il numero dei giovani senza lavoro è diminuito di 1,8 milioni e quello dei neet di 1 milione. La disoccupazione tra i giovani nella fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni, nel 2016, è stata del 37,8% diminuendo quindi rispetto al 40,3% del 2015, ma comunque si tratta di una percentuale tra le più alte in Europa: la terza dopo la Grecia al 47,3% e la Spagna al 44,4%.
Ma i dati allarmanti riguardano anche quella fetta di fortunati che trovano un lavoro: nel 15% dei casi si tratta di contratti atipici mentre nel Regno Unito la quota nel 2014 era inferiore al 5%. Gli under30 guadagnano in media meno del 60% di un lavoratore ultrasessantenne. Inevitabilmente quindi, i giovani italiani sono fra gli ultimi in Europa ad uscire di casa. E fanno figli con 5 anni di ritardo rispetto ai coetanei europei: in Italia si mette su famiglia tra i 31 e i 32 anni, più tardi rispetto a una decina di anni fa, in Ue i figli arrivano a 26 anni.
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Ultimo aggiornamento: Martedì 18 Luglio 2017, 05:00