Il monito parigino e il nostro divario tra il nord e il sud

Il monito parigino e il nostro divario tra il nord e il sud

di Davide Desario
Ieri Londra che ha votato compatta per rimanere in Europa mentre il resto dell'Inghilterra ha detto sì al referendum sulla Brexit. Oggi la violenta protesta dei gilet gialli a Parigi, esplosa a causa di una capitale sorda alle esigenze del resto della Francia. Soprattutto del ceto mediobasso del Paese colpito dall'aumento del carburante certamente più degli abitanti della metropoli che possono contare su una estesa ed efficiente rete di trasporto pubblico. E domani?
Domani potrebbe toccare all'Italia, anche se da noi la Capitale non è una scintillante cattedrale nel deserto come negli altri paesi dell'Ue. Il problema italiano è un altro, non meno serio: il divario sempre maggiore tra un nord che corre e un sud che arranca. Affinché domani teatro della protesta non sia l'Italia bisogna lavorare presto e concretamente per ridurre questo divario. Perché troppi investimenti solo al nord sono, sì, ricchezza ma rischiano di trasformasi anche in un autogol che accrescerebbe la tensione e l'invidia sociale. E con gli autogol non si vincono le partite. Va dunque colto il campanello d'allarme inglese e il grido di dolore francese. Bene dunque l'annuncio del premier Giuseppe Conte sui grandi investimenti nelle opere pubbliche. Ma si impone una distribuzione che porti ricchezza ovunque e soprattutto punti a ridurre il gap tra il nord e il centrosud.
riproduzione riservata ®
Ultimo aggiornamento: Lunedì 10 Dicembre 2018, 08:45
© RIPRODUZIONE RISERVATA