«I video? Oggi YouTube ha ucciso anche la mia tv»

Ilaria Del Prete
Il 1 agosto 1981 Mtv inaugurava le sue trasmissioni con un video destinato a scrivere la storia. Era Video Kill The Radio Star, nata 2 anni prima. A cantarla era Trevor Horn, alla testa dei suoi Buggles. Di lui si è detto spesso che abbia inventato gli anni 80. «Se non lo avessi fatto io, ci avrebbe pensato qualcun altro», replica il produttore britannico, ospite a Ravenna di Imaginaction, il Festival Internazionale del Videoclip. «Portare questo nome spiega Horn, ripercorrendo i suoi 45 anni di carriera - implica un bagaglio pesante di canzoni ed esperienza. Conosco tutti gli artisti, e se li chiamo al telefono mi rispondono. Ma non tutti poi fanno quello che voglio».
E tra le collaborazioni più recenti c'è anche quella con Renato Zero. Un sodalizio nato nel 2013, ma rafforzatosi con l'uscita di Zero il Folle, l'ultimo disco del cantautore romano, prodotto da Horn. «Renato è una bella persona con una gran voce. Dopo la prima volta che abbiamo lavorato insieme non sapevo se sarebbe successo di nuovo», racconta Horn. Il motivo è presto spiegato: «Il testo nel pop italiano è molto importante. Per un inglese è difficile relazionarsi con la lingua. Renato ha dovuto spiegarmi tutte le parole per farmi capire appieno il processo creativo». E se cominciasse a cantare in inglese? «E perché mai? Ha tantissimi fan italiani, anche in Inghilterra. Persino mia sorella, che vive a Winnipeg e ha sposato un italo-canadese, vorrebbe conoscerlo».
Ha iniziato a suonare a 11 anni, quello con i Buggles e poi gli Yes è stato un successo arrivato quando di anni ne aveva ormai 30. «Fare rock'n'roll non è mai stata la mia passione», dice. E infatti il passo da cantante a produttore è stato breve, anche se «fare musica per tanti anni è stato fondamentale per capire i gusti della gente. Ma ho sempre preferito stare dietro le quinte. Non come i produttori di oggi che appaiono sempre di più». I tempi sono cambiati per chi fa questo mestiere e Horn, che nel suo curriculum vanta collaborazioni con big come Paul McCartney, Rod Stewart e Robbie Williams, parla di quanto sia cambiato anche il rapporto del produttore con gli artisti: «Negli anni 80 erano inesperti, non avevano dimestichezza con la tecnologia che veniva utilizzata per lo più con le drum machine o batteria elettronica. Oggi sono esperti di programmazione, hanno una visione più precisa di quello che vogliono ottenere».
A rimanere invariate, le 5 caratteristiche che Horn ricerca in un talento: «Carisma, bella voce dal range ampio, abilità di riuscire a pensare canzoni importanti, il desiderio di avere successo e forza fisica e mentale sufficiente a sostenere la pressione. Ma se sei Bob Dylan la questione cambia». Possibile ricercarle negli artisti da talent show? «Quella è solo televisione. Talent show kills the culture». E mentre sul finire degli anni 70, quelli che in Video Kills The Radio Star sembrano già 80, sotto accusa erano proprio i video, che dire oggi dell'avvento del web? «YouTube permette una grande esposizione e ormai Mtv non trasmette più tanti video. Quella degli anni 80 fu una rivoluzione totale. Ciò che resta è la musica, quando è buona. Con o senza video, con o senza web».
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Ultimo aggiornamento: Martedì 5 Novembre 2019, 05:01
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