Se giudichiamo per un orologio

Se giudichiamo per un orologio

di Maddalena Messeri

I social sono lo specchio della nostra società e il giovane Roman Pastore, candidato con Carlo Calenda nel III Municipio di Roma, l'ha capito sulla sua pelle: per colpa di un selfie con un lussuoso orologio in vista, si è scatenata contro di lui un'ondata di odio, una vera e propria shitstorm. È il frutto di una rabbia sociale latente e di una ormai sdoganata comunicazione politica populista, fatta di aggressività e insulti. Ma da quando giudichiamo le persone per un oggetto che posseggono? Perché se qualcuno ha qualcosa in più di me, non ha diritto ad esprimersi? In politica, come nella vita, non sono le apparenze a dare il valore di una persona, ma le sue idee. E se lo studente in questione ha un Rolex, o quello che è, questo non deve rappresentare un problema; e poi se crede nei valori del capitalismo e del lavoro, è coerente che sia contro il reddito di cittadinanza.

Un esempio? Barbara Collevecchio @colvieux lo attacca su twitter Ma quale bullismo, ipocrita vittimista! Predicate che i poveri e gente comune deve sgobbare e soffrire e candidate figli papà. Roman risponde Figlio di papà? Orgogliosamente figlio di mio padre, che purtroppo non c'è più da diversi anni. Mi ha lasciato un orologio ma mi ha insegnato a non giudicare nessuno dalle apparenze, senza sapere nulla di lui e della sua vita. Il suo odio è spaventoso, spero se ne renda conto. Gioco, partita, incontro.
@maddai_
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 6 Settembre 2021, 12:52
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