Decreto Dignità, anche la colf costerà cara: 150 euro in più

Decreto Dignità, anche la colf costerà cara: 150 euro in più

di Alessandra Severini
Si apre un altro fronte contro il decreto Dignità dopo le critiche di Confindustria, i dubbi di sindacati e opposizioni, lo scontro con l'Inps sull'emorragia di posti di lavoro.
Assindatcolf (Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, aderente a Confedilizia e firmataria del contratto collettivo di settore) sostiene infatti che le nuove regole sui contratti a tempo determinato potrebbero portare aumenti fino a 150 euro l'anno per le famiglie che si affidano alle cure di badanti, baby sitter e colf.

Nella memoria depositata presso le commissioni Finanze e Lavoro, l'associazione punta il dito contro l'aumento dello 0,5% degli oneri contributivi in occasione di ciascun rinnovo del contratto a termine e chiede che il settore domestico sia escluso dalle nuove regole. «Parliamo di famiglie non di imprese, in particolare di donne, che a fronte di un welfare che taglia i servizi, per conciliare tempi di vita e di lavoro sono costrette a rinunciare alla carriera o a farsi carico di costi molto elevati: 16mila euro è quanto spende in un anno una famiglia per assumere una badante a tempo pieno». Intanto il cammino in Aula del decreto dignità si complica.

Ieri è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti: ne sono stati depositati quasi mille.
Di sicuro passeranno quelli su cui c'è accordo M5s e Lega: ampliamento dei voucher in agricoltura ed estensione a turismo e enti locali; incentivi alle trasformazioni dei contratti a termine in contratti stabili, con un meccanismo che restituirà alle imprese i costi aggiuntivi (0,5%) dei rinnovi. Di Maio promette invece che sul gioco d'azzardo «non faremo un passo indietro». Oltre allo stop alla pubblicità, già prevista, l'esecutivo vuole avviare un'ulteriore stretta per contrastare la «liberalizzazione selvaggia» dell'intero settore. Perchè, dice ancora Di Maio, «è un'emergenza sociale ma anche culturale ed economica».

Alle commissioni Finanze e Lavoro di Montecitorio sarà comunque necessario più tempo per esaminare il provvedimento, così l'approdo in Aula del testo potrebbe slittare di due giorni: dal 24 al 26 luglio.
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 20 Luglio 2018, 09:25
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