«Ho sempre raccontato le storie degli altri, questo è il mio primo disco

«Ho sempre raccontato le storie degli altri, questo è il mio primo disco autobiografico, il mio ritratto più vero». Teresa De Sio è ancora Puro desiderio, come ha intitolato il suo ultimo album. E a Leggo si racconta con sincerità e autoironia.
È un disco moderno, in cui c'è anche un duetto con Ghemon.
«Sì, perché io voglio sempre rinnovarmi. Mi hanno aiutato Francesco Santalucia (arrangiatore) e Romeo Grosso (produttore). Ne è uscito un suono molto potente, contemporaneo».
Puro desiderio è anche un video...
«Un clip in animazione di Michele Bernardi, ispirato all'idea delle donne che corrono con i lupi».
Ha sempre Voglia e turnà nella sua Napoli?
«Sì, e il Comune ha pensato di omaggiarmi racchiudendo tutte le manifestazioni di Natale proprio sotto l'egida di quella canzone. Del resto, Voglia e turnà non è più neanche mia, è patrimonio di tutti».
Come va la sua attività di scrittrice?
«Dopo due romanzi, Metti il diavolo a ballare e L'attentissima, sto scrivendo il terzo. Volevo che fosse una serie tv, perché sono un'appassionata, ma non sarà così. Prima o poi, però, ci riproverò».
Lei e Pino Daniele... vi chiamavano il re e la regina di Napoli.
«Mi dicevano che ero la sua versione in gonnella e non era una bella immagine: scherzavamo spesso su questa storia. Lui si ispirava al blues, al mondo afro-americano, io più al folk e al rock bianco».
Che cosa ha rappresentato Pino per lei?
«Quello che è stato per tantissimi musicisti napoletani: un contadino che ha tracciato un solco nella terra, in cui ognuno ha messo il suo seme e ha fatto fiorire la sua pianta. Ha rifondato la canzone napoletana».
Tra l'82 e l'83 ha venduto oltre 2 milioni di dischi. Poi hai virato su progetti sperimentali, come Africana con Brian Eno e tanti altri. Le dispiace aver rinunciato a quella popolarità?
«Mi è costato moltissimo in termini di esposizione mediatica, mi hanno appiccicato l'etichetta di artista difficile, ma non lo sono mai stata. Però l'importante per me è sempre stato fare solo quello che volevo».
Le piacerebbe lavorare insieme a sua sorella Giuliana?
«Preferisco vivere (ride, ndr). Noi ci vogliamo bene e ci stimiamo, siamo cresciute insieme, abbiamo condiviso anche le difficoltà di una famiglia disfunzionale. Ma abbiamo due caratteri opposti. Lavorare insieme sarebbe rischioso: potrebbe finire in rissa prima di arrivare al debutto!».
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 2 Marzo 2020, 05:01
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