«Ho scritto tramite una mia collaboratrice al premier Conte per ricordargli
Come è cambiata la sua vita per l'allarme Covid-19?
«Sto in casa come tutti coloro che rispettano le disposizioni in atto, e sto risentendo tanto dell'assenza di fisioterapia a domicilio».
A quante sedute di ginnastica riabilitativa si sottoponeva prima dell'emergenza?
«Due o tre a settimana, di un'ora ciascuna. Poi da cinque settimane a questa parte, per ovvie ragioni di sicurezza per via della distanza da tenere tra me e l'operatore, tutto è stato sospeso».
È dura?
«Sì, anche se sono uno sportivo, e continuo ad allenarmi e fare ginnastica passiva da solo. Ma non è la stessa cosa. L'ho capito quando ho provato a fare un balletto a casa qualche giorno fa... La danza e il movimento, insieme a mia figlia, sono la mia cura, ma vorrei accendere un faro su realtà molto più gravi della mia».
Un appello corale che ha rivolto al presidente Conte, e si è detto anche preoccupato del dopo emergenza. Perché?
«Ci sono anziani a casa da settimane lasciati in balìa dei familiari non istruiti a gestirli: vanno incontro ad ulteriori difficoltà. Per non parlare dei ragazzi con problemi mentali o autistici, che hanno dovuto fermare il loro percorso di cure di anni. Dico solo che come hanno diritto a curarsi i pazienti affetti da Covid-19 hanno altrettanto diritto di farlo gli altri, pur in questa situazione surreale. E nel post-emergenza servono risposte sanitarie rapide e puntuali, perché comunque si aggiungeranno pericoli affrontando in contemporanea gli effetti della crisi da coronavirus».
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L'intervista integrale su Leggo.it
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Aprile 2020, 05:01
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