GRANDE RACCORDO CRIMINALE

GRANDE RACCORDO CRIMINALE
Emilio Orlando
Tonnellate di cocaina e hashish per un valore di 120 milioni di euro, importate per rifornire tutte le piazze di spaccio di Roma e del litorale. Cinquantuno persone in manette accusate di narcotraffico ed associazione a delinquere. Un numero di arresti record messi a segno dopo lunghe indagini della guardia di Finanza del comando provinciale e del Gico e coordinati dal procuratore della direzione distrettuale antimafia Michele Prestipino.
Un fiume di droga acquistato grazie agli accordi criminali stipulati con la Ndrangheta e la Camorra da Fabrizio Fabietti e da Fabrizio Piscitelli. Quest' ultimo, più conosciuto a Roma come Diabolik è il famoso capo ultrà degli Irriducibili della Lazio ucciso da un assassino ancora ignoto al parco degli Acquedotti il 7 agosto. Quando ieri notte è scattato l'imponente blitz anticrimine, battezzato dai finanzieri Grande Raccordo Criminale, le strade di molti quartieri erano illuminate di blu dai lampeggianti dei quattrocento mezzi e degli elicotteri impiegati per scovare tutti gli indagati. Un filo sottile che legava tutte i quartieri dello spaccio. Da Tor Bella Monaca ad Ostia fino a San Basilio, passando per Pomezia ed i Castelli Romani erano le località dove gli arrestati gestivano gli affari di droga.
Ciascuno di loro aveva all'interno del sodalizio smantellato un ruolo preciso; c' era chi trasportava grossi carichi di stupefacenti con staffette e mezzi dissuasivi per non essere fermati dalle forze di polizia. I picchiatori, per la maggior parte pugili ed albanesi si occupavano, utilizzando armi da fuoco, del recupero crediti. I parenti incensurati di alcuni degli arrestati avevano il compito di nascondere il denaro contante. Grande Raccordo Criminale: la figura di Diabolik nell'organizzazione criminale: «Innegabili - scrive il gip Angela Gerardi nell' ordinanza - appaiono essere i legami, con gli esponenti di altri gruppi malavitosi capitolini nonché con elementi della ndrangheta e della criminalità albanese».
Tra le persone finite in manette ci sono anche il cittadino albanese Dorian Petoku il cui nome figurava nell' inchiesta Mafia Capitale, Leandro Bennato, ferito in una sparatoria di metà novembre a Boccea e Alessandro Max Capriotti figlio de Il miliardero socio in affari con Diabolik.
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 29 Novembre 2019, 05:01
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