Giancarlo Leone
Lo si ascolta E fa subito simpatia, lo si ascolta e si capisce

Giancarlo Leone Lo si ascolta E fa subito simpatia, lo si ascolta e si capisce
Giancarlo Leone
Lo si ascolta E fa subito simpatia, lo si ascolta e si capisce subito che è un attore, di quelli bravi. Giovanni Scifoni è il protagonista del suo spettacolo Santo Piacere-Dio è contento quando godo.
Come le è venuto in mente?
«Volevo rompere con un certo modo di comunicare del mondo cattolico il tema del sesso. Rimasi folgorato dalla lettura di Mistica della carne, di Fabrice Hadjadj, che divide gli esseri umani in due categorie: i bigotti che propongono una mistica senza carne e i libertini che propongono una carne senza mistica».
Risultato?
«Ho preso coscienza di me stesso, mi sono reso conto che ho una carica di testosterone che mi ha permesso di mettere su famiglia, che mi spinge a fare cose folli. Allora mi sono chiesto, è possibile che non abbia a che fare con Dio? Nello spettacolo domande semplici, c'è una via alla santità che passa per il sesso? Del resto anche Papa Francesco entusiasmò i giovani quando disse nel 2016 che il sesso è un dono di Dio».
Il pubblico come reagisce?
«Si diverte e di imbarazza, ma c'è sempre una continua sinergia. Sarà un grande viaggio dentro la storia della Chiesa proponendo domande e coinvolgendo, per l'appunto, il pubblico. C'è un uomo, che interpreto io, che ha due maestri, sempre interpretati da me: uno è un pretino, Don Mauro, che non ha proprio gli strumenti adatti, mentre l'altro è un pizzaiolo islamico, Rashid, che sa tutto della teologia dei papi, che ha letto tutte le encicliche e gli dà delle dritte mostruose con delle risposte fulminanti».
Cosa le piace e cosa la mette in crisi della Fede?
«Mi mette in crisi il mio individualismo, la mia corporeità, i miei limiti, l'esser peccatore, la mia sessualità, non riesco ad essere quello che vorrei, un santo. Mi piace invece pensare che non c'è bisogno di essere un santo perché vedo Dio incarnato nelle persone che fanno gesti d'amore. Se hai fede, con Dio non ti sentirai mai solo. Immagino il Paradiso come un luogo dove non si è mai soli, l'Inferno il luogo dove si è soli e sofferenti».
Tv, teatro, social. Dove si trova più a suo agio?
«Soprattutto a teatro. Ma da circa un anno e mezzo ho scoperto anche i social che sono un palcoscenico straordinario dove le persone vengono a cercarti di loro iniziativa e ti seguono perché interessa scoprire tutto di quel personaggio. Però ci sono anche dei rischi, io posto sempre qualcosa e ovviamente visto che sono una persona esposta e gli errori li paghi, la gente te li fa notare, ti urla, ti minaccia».
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L'intervista integrale su Leggo.it

Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Ottobre 2019, 05:01
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