«Flint si è impiccato», chiuso il giallo sul cantante dei Prodigy

«Flint si è impiccato», chiuso il giallo sul cantante dei Prodigy
ROMA - «Morte per impiccagione»: è questa la conclusione della polizia britannica sulla base degli accertamenti preliminari di medicina legale rispetto alle cause del decesso di Keith Flint, cantante e ballerino dei Prodigy trovato senza vita il 4 marzo scorso a 49 anni nella sua residenza dell'Essex, nel sud dell'Inghilterra. Il suicidio era stato evocato fin da subito dai media del Regno e da altri componenti della band, come il leader Liam Howlett: «Non posso crederci, ma nostro fratello Keith si è tolto la vita durante il fine settimana - aveva scritto su Instagram - Sono scioccato, fottutamente arrabbiato, confuso e ho il cuore spezzato».
La coroner incaricata del caso, Caroline Beasley-Murray, si è riservata comunque di presentare un rapporto aggiornato il 23 luglio prossimo. Al momento non sono ancora noti del resto gli esiti dell'esame tossicologico disposto sul corpo della vittima per identificare eventuali tracce di droga o di abuso di farmaci e alcol.
Keith Flint era da poco tornato nel Regno Unito da un tour in Australia, e doveva iniziarne un altro negli Stati Uniti a maggio. Niente faceva presagire un epilogo di questo tipo, salvo una dichiarata confidenza con le droghe che lo aveva trascinato spesso al limite. Assurto alla notorietà internazionale con i Prodigy negli anni 90, prima come ballerino-uomo immagine, quindi come cantante, aveva alle spalle una storia di tossicodipendenza. Ma negli ultimi anni i fantasmi sembravano definitivamente alle spalle. Fino a quel tragico 4 marzo.

Ultimo aggiornamento: Martedì 12 Marzo 2019, 05:01
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