Favino: «Le trasformazioni sul set? Mi aiutano a conoscermi meglio»
Quasi 30 anni dopo, Favino è ai massimi livelli del suo mestiere. «Spero che l'apice, però, debba ancora arrivare. Oggi sono felice di dove sono, le cose che faccio mi somigliano, non devo più fare lo sforzo di somigliare io a loro». Della sua trasformazione nel segretario del Partito Socialista, l'attore non vuol dire nulla - «È bene che sia Amelio il primo a parlarne» - ma ragiona volentieri sul concetto di imitazione: «È il primo istinto del bambino che vuol conoscere il mondo. Per me la mimesi è molto importante, è la conoscenza di me stesso attraverso l'oblio di me stesso. L'identità non mi ha mai interessato, soprattutto se si immagina che sia una sola». Tra le tante identità di Favino c'è stata anche quella di cameriere e buttafuori: «Non è stato sempre tutto rose e fiori - ha raccontato - ho iniziato nel 92 ma probabilmente avete imparato a conoscermi dal 2005 in poi. Nei primi tempi mi sosteneva la passione, il dover dimostrare a mio padre che avevo fatto la scelta giusta con questo mestiere è stata a lungo la mia benzina». (M. Gre.)
Ultimo aggiornamento: Lunedì 1 Luglio 2019, 05:01
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