«Fare un figlio non è sempre e solo una gioia»

«Fare un figlio non è sempre e solo una gioia»
Maddalena Cialdella, psicologa e psicoterapeuta per i problemi della famiglia: casi come quello dell'infanticidio di Catania come si interpretano?
«C'è ancora un'idea molto romantica, da mulino bianco quando si fa un figlio. Come se ciò comportasse solo ed esclusivamente un'incredibile felicità. Ma c'è anche molto altro...».
Cosa intende?
«L'arrivo di un figlio può causare sentimenti ambivalenti. La madre prova gioia e, allo stesso tempo, una grande inadeguatezza. La società crea delle aspettative su di te e ti dice che dovresti essere felice, così la donna non può esprimere pubblicamente il malessere che eventualmente prova».
Quali sono le fasi di questo malessere?
«Ci sono vari stadi: il primo è caratterizzato da momenti di tristezza e spaesamento, dovuti anche a condizioni ormonali che fanno scendere e salire l'umore. Questa fase è normale e perfino fisiologica».
Ma come si riconosce il campanello d'allarme?
«I problemi e i rischi arrivano quando si passa ad una vera e propria depressione. Avere un figlio, in questi casi, viene visto come un'angoscia continua. E si rischia di arrivare a non prendersi più cura di lui».
E poi?
«Si possono sviluppare fantasie aggressive, che spesso rimangono tali, ma a volte sfociano nell'infanticidio».
Come si può fermare la crisi prima che degeneri?
«Il primo passo per superare questa crisi è esternarla. Le donne che riescono a rivolgersi ad un esperto sono già un passo avanti. I rischi maggiori sono invece per tutte quelle madri che non riescono a chiedere aiuto».
(J.Per.)

Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Dicembre 2018, 05:01
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