Fabrizio Fabbri
ROMA - Uno schianto sulle colline ai margini di Los Angeles.

Fabrizio Fabbri
ROMA - Uno schianto sulle colline ai margini di Los Angeles. Su un elicottero privato, precipitato, si è consumata la fine dell'ex fuoriclasse della Nba Kobe Bryant, 41 anni, di una delle sue quattro figlie, Gianna, 13 anni grande promessa del basket mondiale, e altre sette persone. Chi era vicino al luogo della tragedia parla di un rumore sordo del motore, di qualcosa che nel meccanismo deve essersi inceppato. Il velivolo è caduto incendiandosi. Poco dopo sui siti è cominciata a rimbalzare la notizia: Kobe Bryant, ex stella dei Los Angeles Lakers e della Nba è morto. In Italia erano poco più delle 20. Attimi di sconcerto, di silenzio e poi un crescente tam tam a conferma della notizia. Che ha scosso tutto il mondo dello sport, intasato dai messaggi di cordoglio, devastato quello della Nba, impreparata a questa improvvisa, tragica notizia. Denver e Houston stavano per scendere in campo, la Lega non ha potuto imporre alcuno stop e così, mentre la gente sulle tribune era ancora incollata ai propri smartphone per capire, hanno osservato un irreale minuto di raccoglimento. Pochi minuti dopo a San Antonio, dopo la palla a due, i padroni di casa degli Spurs e i campioni in carica di Toronto hanno fatto scorrere 24 secondi senza giocare, uno dei due numeri di maglia del Black Mamba che ha anche giocato con l'8, prima di riprendere la partita tra gli applausi del pubblico e le lacrime di Greg Popovich, uno degli allenatori icona della Lega professionistica paralizzato, con le mani sul viso, sulla panchina dei texani. In pochissimi giorni così la Nba ha perso due personaggi fondamentali della sua storia. Prima David Stern, l'ex commissioner che ha esportato e valorizzato nel mondo il marchio della lega, e il giocatore che con Michael Jordan e Lebron James aveva più segnato la storia dello sport della pallacanestro mondiale degli ultimi anni. Da oggi, nonostante si fosse ritirato dal basket giocato il 13 aprile 2016 concludendo la sua pazzesca carriera con 60 punti insaccati contro gli Utah Jazz, sarà la Nba del dopo-Bryant. Cresciuto cestisticamente in Italia (suo papà giocava nella serie A italiana), tifoso del Milan, Kobe, quarto milgior marcatore nella storia della Nba ha vinto con i Los Angeles Lakers 5 titoli e con la Nazionale Usa due medaglie d'oro alle Olimpiadi di Pechino del 2008 e Londra 2012. Ma ora, che volete che siano numeri e vittorie, Kobe non c'è più, se ne è andato per sempre.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 27 Gennaio 2020, 05:01
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