Fabrizio Fabbri
ROMA - Un incubo che in poco tempo non ha lasciato spazio a speranza

Fabrizio Fabbri
ROMA - Un incubo che in poco tempo non ha lasciato spazio a speranza ma solo a disperazione. Tra messaggi in rete e gesti in ogni angolo del mondo è iniziato un omaggio ininterrotto a Kobe Bryant volato via, assieme alla figlia Gianna e altre sette persone nel drammatico incidente di domenica.
Doc Rivers, allenatore dell'altra franchigia losangelina, i Clippers, ha dichiarato: «Siamo tutti dei Lakers, siamo devastati». Sconvolto anche Greg Popovich guida di San Antonio: «È un dramma, non ci sono parole per spiegare i sentimenti di tutti. C'è un profondo senso di perdita per un avversario senza eguali».
Durissime le parole di un ex compagno affidate a un post su Instagram. «Non è possibile - ha scritto Lamar Odom - che Dio abbia preso mio fratello così presto. Ho usato droghe e mi sono fatto del male. Quando entrai in coma se il Signore si fosse presentato da me per dirmi che mi avrebbe preso con lui risparmiando Kobe avrei detto di si».
Nella Nba di ieri e di oggi le parole per il Mamba non si sono fermate. «È un colpo davvero duro - ha scritto su Twitter il tedesco Nowitzki, ex Dallas - e sarai ricordato e amato per sempre».
Stravolto Shaquille O'Neal. Se sul campo, in maglia Lakers, il loro rapporto era stato burrascoso, il tempo, una volta lasciato il basket, li aveva legati come fratelli. «Non bastano le parole per esprimere ciò che ho dentro. Ho perso un amico, un fratello, un compagno. Ti voglio bene, mi mancherai».
E proprio al figlio di Shaq, Shareef, Kobe aveva inviato un messaggio due ore prima della tragedia. «You good fam?», «tutto bene?». Il piccolo di casa O'Neal aveva replicato con un «sì, e tu tutto bene?», cui il Mamba non ha mai potuto rispondere.
Non solo basket però. «Ci manchi già Kobe», ha twittato la leggenda del football americano Tom Brady. Il Milan, squadra sua squadra del cuore, e l'Inter, hanno affidato ai propri siti il dolore mentre la Federbasket italiana ha ordinato un minuto di raccoglimento in tutte le partite della settimana e il Coni lo ha salutato: «Ciao Leggenda, ciao Kobe».
«Non riesco a crederci», posta straziato Usain Bolt, mentre quello di Federica Pellegrini è un grido di dolore: «Non ci voglio credere, non è vero, non può finire tutto così». Di fronte a questa tragedia, pure per un attimo, la politica statunitense ha abbandonato veleni e polemiche. «Era una leggenda ha scritto Obama, «una vera tragedia» le parole di Trump. E un ex lo ha incornato per sempre. «Se ne è andato il più forte Lakers di sempre». Parole e lacrime di Earvin Magic Johnson.
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Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Gennaio 2020, 05:01
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