«Ero giovane. Figo. Con i soldi». E ora? «Capelli bianchi. Rughe.
Traduco: ricco, bello, famoso ma
«Me la dovrei tirare. A me non è mai riuscito».
Quindi, com'è Riccardo Fogli?
«Sono semplice. Spontaneo. Io sono cosi come mi vede. Non ho sassolini nelle scarpe. Non ho scheletri nell'armadio».
Proprio nessuno?
«Ho un equilibrio al centro. Ho energia positiva. Non sono uno che chissà che vita mondana faccia. Sono un po' all'antica».
I suoi amici chi sono?
«A parte i miei fratelloni Pooh, devo alla nazionale cantanti la voglia di stare insieme. Morandi, Mogol, Mingardi, Mengoli, Giacobbe: giocando giocando siamo diventati una squadra con Ruggeri, Pupo, Tozzi, Antonacci, Raf, Nek».
Mondo ha avuto una storia importante nella sua vita.
«Una canzone nata per caso. Venivo da Alessandra dell'album Alessandra, primo disco dei Pooh con Stefano d'Orazio. Nel 1973 ero appena uscito dai Pooh, praticamente un salto da un grattacielo in un giorno di nebbia. Non avevo la presunzione di mostrarmi, volevo solo studiare a fare bene il mio mestiere».
Che tempi erano?
«Stavo tornando con Viola Valentino, la moglie che ho lasciato un po' di volte. Mondo era la canzone in cui poteva rispecchiarsi qualunque uomo e che la gente aspettava. Un po' Pooh, un po' pop. Per me una vera boccata di ossigeno».
Tutto ruotava intorno all'amore di allora.
«Lo shock passionale con Nicoletta (Patty Pravo, ndr). Un amore folle che non ti dava certezza. Ogni giornata era diversa dall'altra. Una donna meravigliosamente strana. Nessun rimpianto per i miei errori: eravamo due che bruciavano i minuti della vita ed era una storia destinata a finire».
L'ha poi rivista?
«A Tale e quale show, dove peraltro imitavo lei».
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Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Dicembre 2020, 05:01
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