Enrico Chillè
Una tragedia per una famiglia, ma anche un allarme che farebbe

Enrico Chillè
Una tragedia per una famiglia, ma anche un allarme che farebbe gelare il sangue a qualunque genitore. Nella notte tra martedì e ieri a Napoli, quartiere Chiaia - un bambino di 11 anni è uscito sul balcone del suo appartamento al decimo piano e si è lanciato nel vuoto. Sulla tragedia la procura partenopea ha aperto un'indagine. Ipotesi di reato: istigazione al suicidio. Perché pochi istanti prima di buttarsi, il bambino ha inviato un messaggio alla madre: «Vi amo, ma devo inseguire un uomo nero col cappuccio, non ho tempo». La prima pista degli inquirenti porta ai giochi-sfida sul web.
L'11enne non aveva mai dato segnali di disagio, era perfettamente integrato con i coetanei e faceva sport. L'indagine si sta concentrando sulle sue frequentazioni, reali ma soprattutto virtuali, esaminando tutti i dispositivi con accesso a Internet. L'ipotesi è che possa essere stato vittima di una nuova, folle sfida sul Rete. Nelle ultime ore è tornato in voga il nome di Jonathan Galindo, un fenomeno nato nell'America Latina e che utilizza l'immagine di un personaggio antropomorfo che ricorda molto Pippo, il noto personaggio Disney, e indossa un cappuccio. Si tratta di un'opera di qualche anno fa di Samuel Catnipnik, creatore di effetti speciali cinematografici, usata poi come foto profilo di diversi account su tutti i social più utilizzati dagli adolescenti (Facebook, Instagram e TikTok) con il nome di Jonathan Galindo, che invita i ragazzi a fare giochi e prove estremi.
Il caso ricorda il Blue Whale e la Momo Challenge. Come in quei casi, non ci sono conferme che si tratti di vere e proprie sfide suicide, ma c'è il rischio di tentativi di emulazione o che qualcuno si diverta a manipolare i ragazzi sfruttando la loro ingenuità e la loro psiche.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 1 Ottobre 2020, 05:01
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