Emilio Orlando
Apparentemente erano rispettabili dipendenti dell'Ama addetti

Emilio Orlando Apparentemente erano rispettabili dipendenti dell'Ama addetti
Emilio Orlando
Apparentemente erano rispettabili dipendenti dell'Ama addetti alle gestione dell'isola ecologica di Mostacciano. In realtà erano abili trafficanti di rifiuti che li rivendevano a centri di raccolta nella provincia di Latina, affidandosi ad alcuni clan rom già balzati agli onori delle cronache per reati tipici delle ecomafie. Ventritre le persone finite agli arresti domiciliari con le accuse di traffico illecito di rifiuti, corruzione, furto aggravato e peculato. Tre di questi sono, appunto, dipendenti della municipalizzata.
Quei via vai sospetti di furgoni nelle isole ecologiche, che durante il giorno e la notte uscivano carichi di rifiuti ingombranti e metallici considerati di valore, con a bordo nomadi appartenenti alle famiglie serbe dei Sejdovic e Omerovic, non è sfuggito ad alcuni rappresentanti dei comitati di quartiere, che hanno denunciato quanto avevano visto più volte alla polizia locale. Nel corso delle indagini è emerso che i tre dipendenti della municipalizzata incaricata della raccolta della spazzatura ricevano denaro dagli zingari, che caricavano ogni giorno centinaia di quintali di materiale ferroso e scarti di lavori edili per poi rivederli profumatamente al Centro rottami Srl di Cisterna di Latina.
Un giro illegale in cui venivano anche prodotti roghi tossici per estrarre il metallo dalla plastica. I carabinieri forestali del nucleo investigativo del comando provinciale della Capitale sotto il comando del maggiore Dario Burattini, un detective specializzato in crimini contro l'ambiente, e quelli di Latina, insieme all'aliquota arma della sezione di polizia giudiziaria della procura, hanno svolto anche indagini di tecniche con intercettazioni telefoniche e microcamere nascoste, che hanno permesso di smascherare l'intera rete di malviventi e della rete di complicità di cui potevano avvalersi. Le immagini catturate dalle minuscole telecamere hanno immortalato scene in cui veniva spartito tra i sodali il lauto bottino che derivava dalle vendite illegali. Centinaia di migliaia di euro l'indotto economico che i criminali hanno intascato in poco più di due anni.
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Febbraio 2019, 05:01
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