Emiliana Costa
«Notre Dame de Paris è una storia che parla di diversità.

Emiliana Costa «Notre Dame de Paris è una storia che parla di diversità.
Emiliana Costa
«Notre Dame de Paris è una storia che parla di diversità. Sento vicino chi vive ai margini della società e non si sente incluso, da bambino ero molto timido e introverso. Quasimodo sono io». Riccardo Cocciante presenta così lo spettacolo dei record, tratto dall'omonimo romanzo di Victor Hugo, tradotto in nove lingue, che ha girato 23 paesi in tutto il mondo.
Notre Dame de Paris torna a Roma al Palazzo dello Sport, dal 27 dicembre al 6 gennaio. «Non si tratta di un musical spiega l'artista, che firma che le musiche dello show ma di un'opera popolare. Nel musical ci sono parti recitate, mentre Notre Dame si fonda sulla canzone che rende lo show attuale. Gli artisti utilizzano il microfono come uno strumento, proprio come i crooner. Si tratta, dunque, di un dramma musicale, privo dell'happy ending tipico del musical».
Novità di quest'anno è la protagonista Esmeralda interpretata da Elhaida Dani, artista albanese, vincitrice nel 2013 della prima edizione di The Voice. «Per il ruolo della zingara Esmeralda spiega Cocciante scelgo sempre un'artista straniera perché deve trasmettere l'idea di diversità. Un tema oggi sempre più attuale».
Notre Dame de Paris debutta nella sua versione originale francese firmata da Luc Plamondon il 16 settembre 1998, al Palais des Congrès di Parigi. Quattro anni dopo, David Zard produce la versione italiana, con l'adattamento di Pasquale Panella. Il 14 marzo 2002, la prima al Gran Teatro di Roma. Da allora oltre quattro milioni di italiani sono stati conquistati dalla magia dello show. «Notre Dame continua Cocciante è un'opera d'autore, all'inizio nessuno voleva produrla. Poi abbiamo convinto un produttore francese ed è stato un successo. Quando l'ha vista David Zard se n'è innamorato. Abbiamo fatto quattro date di prova a Milano tutto esaurito. A quel punto, ha deciso di far costruire a Roma il Gran Teatro proprio per il nostro spettacolo».
Riccardo Cocciante si è lanciato nell'avventura dell'opera popolare all'apice della sua carriera da cantante. «Era una follia, non avevo la certezza del successo. Ma mi è sempre piaciuto vivere il mio lavoro in maniera alternativa. Negli anni Settanta bisognava parlare di politica e io cantavo l'amore. Bella senz'anima ha fatto il giro del mondo ed è diventato un inno contro le dittature».
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Ultimo aggiornamento: Martedì 3 Dicembre 2019, 05:01
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