Economia comportamentale, non c'è solo la ragione

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di Alberto Mattiacci

Economia comportamentale, la chiamano. Una branca della teoria economica premiata anche con un paio di Nobel. Può sembrare roba accademica (lo è). Può sembrare roba lontana dalla vita quotidiana (non lo è).
La ragione è che i politici -con l'aiuto di sociologi, economisti, eccetera- analizzano i comportamenti economici delle persone. Sulla base delle conclusioni che ne traggono, decidono: bonus, incentivi, tassazioni speciali e così via.
L'Economia Comportamentale sta cambiando il modo in cui si conducono le analisi. Quindi, è possibile che certe scelte di politica economica saranno assunte su basi nuove.
Cosa c'è di nuovo? La teoria economica classica ha un difetto genetico: nacque oltre un secolo fa, in un mondo nel quale si riteneva che la scienza fosse la più elevata forma di pensiero umano (fin qui tutto bene). Si pensava, anche, che la razionalità fosse l'unica a guidare il comportamento umano (e qui non ci siamo).
Più o meno proprio di quei tempi, infatti, un signore in Austria avvisava: attenzione ragazzi, l'uomo non è solo razionalità. SI chiamava Sigmund Freud.
Gli economisti, però, non lo ascoltarono.
Continuarono a tradurre le azioni umane in formule matematiche, grafici e funzioni, ritenendo che la ragione fosse tutto.

Lo avrebbero fatto ugualmente se avessero conosciuto Facebook, TikTok, ClubHouse, Linkedin o Google? Decisamente, no.

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Alberto Mattiacci. Romano, sposato e padre di due figli. Maturità classica, laurea con lode in Economia e Commercio in Sapienza, PhD, è professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese alla Sapienza e in Luiss Business School. Studia la società e l’economia, con particolare attenzione ai cambiamenti e all’innovazione. www.albertomattiacci.it


Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Aprile 2021, 10:20
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