Ecco l'ufficio collocamento pusher: paga da 100 a 250 euro al giorno

Emilio Orlando
Insospettabile, incensurato, disoccupato con fragilità sociali e bisognoso di denaro per sopravvivere cercasi. Sembra l'annuncio perfetto per il profilo ideale dei candidati da impiegare nella filiera del narcotraffico. Solo che non è uno scherzo, perché il reclutamento per le piazze di spaccio romane è in corso, da parte di ndrangheta e organizzazioni criminali. San Basilio è praticamente un ufficio di collocamento del crimine. Spacciatori, pusher di strada, rette e vedette vengono reclutati dai clan che gestiscono la vendita di cocaina nei fortini dello spaccio di via Corinaldo, via Tranfo, via Mechelli ed a piazza della Lupa.
Lo confermano gli arresti quotidiani di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza. Il clan Marando, le famiglie Pupillo e quella albanese dei Sagajieva (che, secondo la Direzione distrettuale antimafia, detengono l'egemonia dello spaccio a San Basilio), arruolano giovani vite per ottenere guadagni ancora più lucrosi e garantirsi l'impunità.
Le vedette, figure che stazionano agli angoli delle strade e gridano «levate» o «dentro» quando passano le forze dell'ordine, provengono ormai da altre zone della Capitale e dall'hinterland e sono pagate 100 euro per un turno di lavoro di 8 ore o 250 euro se - oltre a scampanare - vendono anche la droga. Capena, Monterotondo, comuni dei Castelli Romani, Tor Bella Monaca ed altre periferie disagiate sono i territori di caccia degli emissari dei clan, in cerca di ragazzi da sacrificare al posto loro in caso di arresti. Anzi chi va in galera sa di poter godere di una specie di welfare criminale che prevede retribuzioni, sostegni alle famiglie dei pusher ed assistenza legale. Un sistema che, secondo le recenti inchieste della Procura, arriva fino al racket dell'occupazione abusiva delle case dei lotti popolari del quartiere gestito da personaggi border-line.
Ma, nonostante le indagini ed i blitz antidroga, la malavita mette a punto nuovi metodi per sfidare gli investigatori; manufatti abusivi come bunker, realizzati tra i canneti per spacciare da fessure realizzate nel cemento, portoni blindati a protezione degli spacciatori negli androni dei condomini e bracieri accesi la notte per bruciare la droga quando arrivano i controlli o consegne a domicilio con il monopattino o la bici elettrica.
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Novembre 2020, 05:01
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