È la vera buona notizia della giornata di ieri. C'è un anticorpo monoclonale

È la vera buona notizia della giornata di ieri. C'è un anticorpo monoclonale italiano, infatti, che neutralizza tutte le varianti del virus SarS-CoV2 e viene somministrato semplicemente con una iniezione, anche a casa del paziente, anzichè per via endovenosa in ospedale diversamente da quelli prodotti negli Usa.
Ma il rovescio della medaglia non è altrettanto bello. Questo anticorpo di seconda generazione, superata la prima fase clinica con ottimi risultati, guarda con fatica al traguardo delle due fasi successive di sperimentazione: mancano infatti sia candidati-pazienti che sufficienti finanziamenti.
Rino Rappuoli, direttore scientifico e responsabile Ricerca e Sviluppo di GlaxoSmithKline, è il papà della nuova speranza terapeutica che potrebbe affiancarsi quindi ai vaccini e addirittura superarli, introducendo la fase della cura dal virus e non solo dell'immunizzazione. «Tuttavia i tempi della fase 2 e 3 non sono ancora prevedibili. Il programma prevede che il test venga effettuato su 800 persone che hanno avuto tampone positivo: abbiamo cominciato a metà maggio e sino ad ora ne abbiamo reclutati solo un centinaio - ha spiegato Rappuoli -. È difficile contattare eventuali candidati per ragioni di privacy. La Regione Toscana sta diffondendo l'opportunità via internet: speriamo che questa campagna di informazione produca risultati efficaci, altrimenti dovremo continuare il lavoro all'estero».
Il prezzo del monoclonale è decisamente molto contenuto, ecco perché può essere applicato a casa del paziente oppure in uno studio medico. Insomma, il mercato ci sarebbe eccome. «Possiamo contare su ricercatori di grande valore conclude Rappuoli -. Ma oggi mancano ancora finanziamenti per avere laboratori competitivi a livello internazionale. Speriamo che con i fondi del Pnrr si facciano gli investimenti necessari». (M.Fab.)

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Luglio 2021, 05:01
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