E il killer di Luca venne pestato per una truffa ai Narcos de' noantri

Conosciuti in tutte le piazze di spaccio di Roma sud est, Valerio del Grosso e Paolo Pirino, sono al centro di un retroscena investigativo. Il primo in carcere con l'accusa di aver ucciso Luca Sacchi l'altro per essere il complice, erano considerati dalla malavita due elementi inaffidabili. Cani sciolti che minavano gli affari criminali della malavita specializzata nel narcotraffico. Entrambi vennero pestati a sangue in via Corinaldo, a San Basilio, pochi mesi prima del delitto dell'Appio Latino. Durante il violento litigio, che secondo gli investigatori scoppiò per una partita di marjuana e cocaina non pagate, ebbero la peggio. Proprio Paolo Pirino, in quell'occasione rischiò di perdere un occhio, dopo che due pusher albanesi al servizio della Ndrina Marando che gestiscono lo spaccio tra via Mechelli e via Corinaldo, li picchiarono durante un regolamento di conti. Fu proprio una volante della polizia ad evitare che accadesse il peggio.
Durante le indagini, dell'operazione Coca Express che portarono all' arresto di Marcello ed Armando de Propris per concorso nell' omicidio Sacchi, emerge anche che del Grosso e Pirino erano fiancheggiatori delle famiglie di narcos che gestiscono le piazze di spaccio di Tor Sapienza, la Ponte di Nona e de la Rustica, in particolare quella di piazza Coleman e di via Naide. In manette durante il blitz Coca Express finirono anche Alessia Romanelli e Federica Serafini, due avvenenti spacciatrici in gonnella, che vennero fermate con 56 dosi di droga che avevano comprato da de Propris e che, secondo i poliziotti, avevano un loro giro di spaccio nella movida romana.(E. Orl.)
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 2 Dicembre 2019, 05:01
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