Dzeko, canto del Cigno c'eravamo tanto amati

Dzeko, canto del Cigno c'eravamo tanto amati
Francesco Balzani
Il Canto del Cigno di Saravejo, parte quinta. Nemmeno Cechov si sarebbe aspettato tante repliche da parte di Edin Dzeko atteso da 10 atti (+ 2 almeno in Europa League) prima del probabile addio. Un saluto che si sarebbe già dovuto consumare quattro volte.
Nel gennaio 2018 quando fu ceduto al Chelsea prima del dietrofront, poi nel 2019 con la trattativa saltata con l'Inter. Infine nel 2020-21: a settembre quando aveva già pronti i bagagli per la Juve prima della bocciatura alle visite di Milik e a gennaio nello scambio con Sanchez. Il rapporto con Fonseca è compromesso ma pure in caso di addio del tecnico l'avventura con la Roma sembra arrivata agli sgoccioli. Sette i gol segnati finora in campionato, peggio aveva fatto solo nel suo primo anno quando dopo 28 giornate ne aveva siglati 5. Negli anni successivi lo score sarà più alto tanto da farlo diventare il 3° marcatore della storia romanista.
La scalata all'argento potrebbe finire tra 10 giornate anche perché per Dzeko si profila l'ultimo contratto della sua carriera. I Friedkin e Pinto puntano a un attaccante più giovane. In Italia il primo nome è Scamacca mentre all'estero spunta Isak della Real Sociedad anche perché sarebbe dura convincere Icardi o Lacazette senza Champions.
Questione Kumbulla: l'albanese è sbarcato ieri sera a Fiumicino rispedito dal ritiro della nazionale. Oggi accertamenti a Villa Stuart: si teme lesione al menisco esterno e stop di 40 giorni.
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Marzo 2021, 05:03
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