Gianluigi De Paolo risponde a Leggo: «Un applauso per i figli. Questa è solidarietà intergenerazionale»

Gianluigi De Paolo risponde a Leggo: «Un applauso per i figli. Questa è solidarietà intergenerazionale»
Dopo 33 giorni di quarantena in casa, è arrivato anche per noi il momento della tristezza. I due figli adolescenti, in questi ultimi giorni hanno mostrato un certo sconforto. Li ho ritrovati pensierosi, affacciati alla finestra della cucina a scrutare l'orizzonte. Li ho visti sgattaiolare sul balcone, dopo che ormai eravamo andati tutti a letto. Guardavano la luna. Avevano sistemato un materasso nei pochi metri quadri disponibili, tra le buste della spesa, la frutta e l'immondizia. Si erano messi così a parlare guardando il cielo. Il momento perfetto per una sigaretta, se solo fumassero.
La situazione non è facile, anche se cerco di motivarli ogni giorno sul fatto che il loro sacrificio sta portando frutti. Diminuiscono i contagi, ma non possiamo negare che un'amicizia, un abbraccio, una chiacchierata via Skype non sono paragonabili ad una passeggiata con un amico. Forse eravamo felici ma non ce ne accorgevamo. Forse eravamo liberi, ma ci sentivamo imprigionati. Alla fine di questa pandemia dovremmo fare un bell'applauso ai nostri figli. Soprattutto grazie a loro stiamo salvando la vita ai nostri genitori. Questa è solidarietà intergenerazionale.

occhidipadre@leggo.it
Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Aprile 2020, 09:25
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