DISOCCUPATI SOTTO IL 10%

Mario Landi
Il tasso di disoccupazione abbandona la doppia cifra, per la prima volta dopo oltre sette anni si ferma al 9,9%. Ed è record storico se si guarda al numero di persone che dichiarano di avere un lavoro: 23 milioni 387 mila. Mai così tante almeno dal 1977, anno di avvio delle serie statistiche. È successo tutto a maggio, certifica l'Istat, che vede in discesa anche i giovani senza posto.
Ma non è tutto oro quel che luccica. Perché le ragioni della ripresa «non sono chiare» alla Confcommercio, secondo cui siamo davanti a un fenomeno «inatteso»: «Rispetto a maggio 2018, la crescita di 92mila occupati è per il 46% (cioè 42mila unità) dovuta agli over 65 anni». Come dire che si tratta di quegli italiani che sarebbero stati già in pensione se non fosse intervenuta la legge Fornero nel costringerli a restare come lavoratori attivi. Ingrossando quindi le fila degli occupati. Sta di fatto che il vicepremier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, attacca: «Sono felice di smentire questi chiacchieroni con i fatti», rivendicando le misure messe in atto con il decreto Dignità. «Avanti così», afferma pure l'altro vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Di dati «molto incoraggianti che ci danno fiducia», parla il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, pur ammettendo: «Sappiamo che c'è ancora tanto da fare, soprattutto al Sud».
Per il mercato del lavoro è stato un maggio favorevole anche nel resto d'Europa. Nella zona euro la disoccupazione è, infatti, scesa a 7,5%, il valore più basso da luglio 2008. Il miglioramento generalizzato non fa guadagnare posizioni all'Italia, che resta sul podio dei Paesi con il tasso di senza lavoro più alto, dopo Grecia e Spagna. Quanto agli under25, nonostante il netto calo, con il 30,5% doppiamo i valori medi dell'Ue. Una graduatoria che viene ricordata dall'opposizione, che con Forza Italia tiene a precisare come maggio sia un mese particolare, in cui, sostiene Anna Maria Bernini, «vengono pianificate le assunzioni stagionali». Per il deputato dem Luigi Marattin il più totalizzato dall'attuale esecutivo è «meno della metà di quanto fece il Pd il primo anno».
Guardando i dati dell'Istat nel dettaglio, risulta deciso l'aumento degli occupati (+67 mila), anche se a vantaggio della sola componente maschile. Come sempre a macinare punti sono soprattutto gli ultracinquantenni. C'è di mezzo l'invecchiamento della popolazione che sta assottigliando le classi d'età centrali. Quanto al tipo di lavoro, maggio è risultato in crescita sia per i dipendenti a tempo determinato che indeterminato, nonché per i lavoratori autonomi. I dati non lo dicono ma potrebbe darsi che chi era in cerca di un lavoro finalmente l'abbia ottenuto, visto che il numero dei disoccupati scende di 51 mila unità in un solo mese mentre l'inattività resta ferma.
Cauti i sindacati: la Cisl sottolinea che «serve una modifica al decreto dignità» e per la Uil «non bisogna accontentarsi». Intanto in Parlamento continuano le audizioni sul salario minimo, con l'Inps che segnala come il 28,9% dei rapporti di lavoro si collochi sotto i 9 euro. I Consulenti del Lavoro invece alzano la stima dei costi per le imprese a 17,5 miliardi.
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Ultimo aggiornamento: Martedì 2 Luglio 2019, 05:01
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