Di per sé la storia di un uomo totalmente votato al lavoro, drogato di potere,

Di per sé la storia di un uomo totalmente votato al lavoro, drogato di potere, successo e indifferenza che, a causa di un incidente, torna a dare il giusto valore agli affetti, non sarebbe molto originale. Ma Parlami di te (fuorviante titolo italiano del francese Un homme pressé) ha più di un asso nella manica. A partire dalla divertente sequenza iniziale, in cui la colf del grande manager canta - scatenata e scoordinata - una canzone di Stromae (anagramma di maestro), il tema della confusione linguistica si impone come la carta vincente di questa favola morale. Se poi nei panni del capitano d'industria che, a causa di un ictus, si esprime ribaltando tutte le sillabe c'è un talento puro come Fabrice Luchini, il divertimento cinefilo è assicurato. A confronto con la sua paziente logopedista, l'uomo d'affari Alain esprime tutta la sua protervia con gli strumenti spuntati di un linguaggio ammaccato, che gli fa dire cose come gionbuorno o fatemi cucire da qui. E l'apologo sulla difficoltà di esprimere i sentimenti diventa, così, anche un divertissement attoriale.(M. Gre.)
PARLAMI DI TE
di Hervé Mimrans


Ultimo aggiornamento: Venerdì 22 Febbraio 2019, 05:01
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