Roberto Gualtieri a Leggo: «Basta all'egemonia leghista ostile a Roma. Boccio Raggi ma stimo Conte»

Roberto Gualtieri a Leggo: «Basta all'egemonia leghista ostile a Roma. Boccio Raggi ma stimo Conte»

di Davide Desario e Marco Esposito

La sfida della vita. Per Roberto Gualtieri, già ministro dell'Economia del governo Conte II, quella del Campidoglio è forse la partita più difficile da quando fa politica. Cinquantaquattro anni, romano, già deputato europeo, professore di Storia Contemporanea alla Sapienza, è un grande appassionato di musica. È anche il grande favorito alle Primarie del centrosinistra del 20 giugno per scegliere il candidato sindaco di Roma della coalizione.


Gualtieri, ma come vi è venuto in mente martedì di fare il confronto tra voi candidati alle Primarie in un palazzo occupato irregolarmente?


«Il dibattito l'ha organizzato la coalizione, ma è giusto che chi vuole fare il Sindaco vada dove ci sono i problemi e non si volti dall'altra parte, come fa la Raggi. A Roma di problemi in questo caso ne abbiamo tre: emergenza casa per migliaia di famiglie, occupazioni, assenza di spazi per cultura e sociale. Io a Spin Time ho portato le mie proposte su tutti e tre perché vanno affrontati e risolti insieme».


Quali sono?


«Piano straordinario per il diritto alla casa, edilizia sociale, sgomberi da casa a casa, patto col terzo settore per l'amministrazione condivisa di tanti spazi del Comune, spesso in condizioni di degrado e inutilizzati. Per offrire servizi e luoghi di aggregazione ai cittadini».


Ma così non avete di fatto avallato una situazione illegale?


«Ci batteremo contro ogni situazione di illegalità e contro infiltrazioni di criminalità. Vogliamo anche istituire un'Agenzia per la casa».


Le primarie sono ancora uno strumento valido?


«Certo. Solo il centrosinistra sceglie il candidato sindaco con il voto dei cittadini. Nelle altre forze politiche decidono tre leader in una stanza. O ci si autonomina».


Proviamo a fissare un paletto: sopra quale soglia di partecipazione ai gazebo si può parlare di un successo?


«Ci aspettiamo tanti votanti domenica, più delle ultime primarie del 2016 (47mila ndr). Un appello a tutti i cittadini: prendete parte alla rinascita di Roma».


Ha sentito Zingaretti?


«Zingaretti è un fratello. Tutte le decisioni sono state prese insieme, sulla strategia e sulla squadra. La cosa importante è che, quando sarò eletto, Comune e Regione collaboreranno finalmente per il bene di Roma. Il fallimento dell'attuale giunta è dovuto anche ai continui contrasti del Campidoglio con la Regione».


Con Enrico Letta come sono i rapporti?


«Letta mi sta dando un forte sostegno, così come tutto il Pd. Un solo esempio: ho proposto il commissariamento delle quattro tramvie che rischiavano di non essere realizzate: Termini-Vaticano-Aurelio, viale Togliatti, via Tiburtina e Termini- Giardinetti-Tor Vergata. Grazie anche al sostegno del partito in Parlamento, il ministro Giovannini ha accettato la mia proposta».


Giuseppe Conte spinge la candidatura di Virginia Raggi. La cosa la infastidisce? Dopotutto avete lavorato insieme.


«Con Conte abbiamo lavorato bene, lo stimo, siamo amici. Purtroppo a Roma il Movimento 5 Stelle è guidato da un nucleo, con in testa la sindaca Raggi, che ha drammaticamente fallito e contribuito al degrado. È inevitabile che a Roma siamo avversari. Conte lo sa e capisce».


Se lei andasse al ballottaggio contro il centrodestra M5S potrebbe diventare un alleato?


«Sono fiducioso che la maggioranza degli elettori del M5S condivida il nostro progetto e ci sosterrà al ballottaggio».


Molti denunciano una sorta di ostracismo trasversale nei confronti di Roma. Anche lei ha questa impressione?


«Da molto tempo c'è una sorta di egemonia leghista, ostile a Roma.

Quando in Campidoglio c'erano Rutelli e Veltroni Roma non si faceva trattare come in questi anni, in cui risorse e investimenti si sono spostati su Milano».


Cosa si può fare quindi?


«È importante avere un sindaco di peso e capace. Esempio: Roma non ha presentato progetti e ha perso miliardi di euro stanziati dal governo per le nuove metropolitane, che sono andati alle città del Nord. Bisogna farsi rispettare, essere credibili e seri».


Qualcuno vuole mettere Roma ai margini del Paese per puntare tutto su Milano?


«Sbagliano. E' interesse di tutto il Paese che Roma riprenda il suo ruolo di Capitale, perché se non riparte Roma non riparte l'Italia. Ora grazie al Recovery, che ho contribuito a ottenere, arriveranno risorse molto significative per il rilancio: Roma potrà essere più verde, più innovativa, più inclusiva. Potrà avere scuole, asili nido, centri anziani, sanità territoriale, trasporti».


Il centro storico di Roma vive un momento difficile. Cittadini in fuga, tantissimi negozi hanno chiuso durante la pandemia. Come rilanciarlo?


«Il centro storico di Roma è patrimonio dell'Unesco, qualcuno lo ha confuso con Disneyland. Innanzitutto va ripopolato di cittadini, e contemporaneamente diminuito il numero di case ad uso turistico, grazie a regole come quelle introdotte a Barcellona».


Tra i problemi che stanno più a cuore ai cittadini c'è quello dei rifiuti. Cosa si può fare?


«Serve una nuova gestione di Ama basata sulla competenza, per pulire subito le strade della città con un piano straordinario. Occorrono sinergie industriali fra Ama e Acea. Bisogna portare la differenziata al 70%,e investire negli impianti di recupero più avanzati come biodigestori e bioraffinerie. L'obiettivo verso cui tendere è sfruttare l'economia circolare che converte i rifiuti in risorse energetiche e economiche».


Cosa propone per il trasporto pubblico?


«Rilanciare la cura del ferro. Ricominciare a programmare e realizzare metropolitane, tranvie, ferrovie urbane. Abbiamo già presentato alcune proposte: completamento della linea C, prolungamento della B fino a Casal Monastero, tramvia Piazza Venezia-Corviale, corridoio di autobus elettrici sulle complanari della Colombo. Tramite una app i cittadini potranno costruirsi percorsi personalizzati usando mezzi pubblici e car sharing».


E il turismo?


«Per il ritorno dei turisti dopo il lockdown occorre un grande patto per la qualità. Roma per deve essere pulita, accogliente, con trasporti che funzionino. Aiutare le strutture ricettive a sostenere standard adeguati di sanificazione e sicurezza. Possibilità di stipulare pacchetti assicurativi per i turisti che vengono a Roma. Wifi che funzioni, addetti agli alberghi che parlino inglese, verde curato e decoro urbano».


Esistono altre alternative al turismo mordi e fuggi?


«Bisogna puntare sul turismo congressuale, ma anche aumentare gli eventi internazionali, soprattutto in bassa stagione: penso alla Ryder Cup o alla Maratona di Roma. E propongo la destinazione di una parte della tassa di soggiorno alla lotta all'abusivismo turistico».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 21 Giugno 2021, 01:07
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