David, è l'anno di Napoli

David, è l'anno di Napoli
Michela Greco
ROMA - Dopo due anni su Sky, che metteva in campo la sua potenza di fuoco in termini di spettacolo ma rimaneva pur sempre nei numeri di una tv satellitare, i David di Donatello tornano da mamma Rai e si annunciano come un evento molto attento alla sacralità dei premi e con «poco spazio allo spettacolo», come ha anticipato il conduttore Carlo Conti. La cerimonia di premiazione di questa prima edizione del nuovo corso guidato da Piera Detassis, da poco nominata direttore artistico e presidente della neonata Fondazione David di Donatello (prima era un'Accademia), si terrà il 21 marzo e sarà trasmessa in diretta su RaiUno. «Celebreremo la diversità e l'eccellenza del cinema italiano ha promesso Detassis e lavoreremo per l'evoluzione e la valorizzazione di questo marchio prestigioso. Spero che si riesca a fare un David condiviso, partecipato, caldo, allegro, glamour e che serva all'industria del cinema italiano».
I veri effetti del cambiamento post-Rondi (e post-interim di Giuliano Montaldo) si vedranno solo nel 2019, ma intanto ieri sono state annunciate le nomination, curiosamente dominate da film napoletani. Ammore e malavita dei Manetti Bros ha avuto 15 candidature e Napoli velata di Ferzan Ozpetek ne ha prese 11, mentre La tenerezza di Gianni Amelio e il film d'animazione Gatta Cenerentola (anch'essi ambientati nella città partenopea) compaiono nella cinquina del Miglior Film. Per la pellicola tratta dalla favola di Basile c'è anche un primato: è il primo cartoon incluso nella cinquina dei candidati al premio più importante.
Tra i film con il maggior numero di nomination spiccano poi The Place di Paolo Genovese (8), Nico, 1988 di Susanna Nicchiarelli - che con 8 segnalazioni, inclusa quella per il Miglior Film, impone la sua rappresentanza femminile e A Ciambra di Jonas Carpignano, che ha incassato sette candidature tra cui, anche lui, quella principale.
C'è però un film che, invece, si fa notare per la sua assenza. L'ora legale di Ficarra e Picone, maggior incasso italiano del 2017: non solo non è tra i candidati, ma non si è nemmeno iscritto a gareggiare. «Già da tre anni abbiamo rinunciato al ruolo di giurati (...) non riconoscendoci nel metodo di votazione hanno scritto in un comunicato i due Per coerenza, quindi, non abbiamo iscritto L'ora legale al concorso di quest'anno. Riconosciamo l'importanza del premio, ma non condividiamo un meccanismo di votazione che spesso ha prodotto situazioni paradossali». Prima di questo annuncio, Detassis aveva già detto che lavorerà «per ottenere la massima trasparenza e rappresentatività, studiando i sistemi di voto di tutto il mondo».
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 15 Febbraio 2018, 05:01
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