Dati rubati, Zuckerberg nei guai lo scandalo affossa Facebook

Alessio Caprodossi
Un crollo del titolo a Wall Street del 7,50% e un disastro mondiale a livello di immagine. Sono due dei problemi che Mark Zuckerberg dovrà risolvere per rimettere in carreggiata Facebook, sotto accusa per lo scandalo Cambridge Analytica, la società online che si è impossessata di informazioni relative a circa 50 milioni di iscritti al social, utilizzate per delineare il profilo delle persone e confezionare messaggi politici su misura per tentare di influenzarne il voto.
Parte del gruppo SCL di proprietà del miliardario Robert Mercer, sostenitore delle campagne politiche conservatori e vicino a Steve Bannon, ex braccio di Donald Trump, la società inglese ha sfruttato l'applicazione this is your digital life creata da un ricercatore di Cambridge, il russo-americano Aleksandr Kogan, per raccogliere i dati dei 270.000 che l'hanno scaricata per rispondere a dei quiz di natura psicologica, con iscrizione gratuita mediante le credenziali Facebook. Il passaggio chiave è però quello da Kogan a Cambridge Analytica, con il primo che ha fornito alla società di consulenza informazioni su posizioni, post, età, interessi e preferenze di chi ha provato l'app e dei loro inconsapevoli amici, nonostante la condivisione a terzi fosse vietata dai termini d'uso di Facebook. La colpa del social network è stata quella di non vigilare su tale passaggio, svegliandosi dal torpore solo nei giorni scorsi, quando dopo le inchieste del New York Times e del Guardian ha sospeso la pagina di Cambridge Analytica.
L'accaduto e il potenziale ruolo svolto da quest'ultima nel referendum sull'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea prima e sulle elezioni presidenziali statunitensi poi, unita alla difficoltà di Facebook nel tenere sotto controllo i modi in cui vengono usati i dati personali che gli utenti gli affidano, ha allarmato il governo inglese e quello americano, con diversi politici che hanno chiesto a Zuckerberg di comparire davanti alle rispettive commissioni d'inchiesta per capire se il social era a conoscenza dei fatti all'epoca del loro svolgimento. Attiva da oltre un lustro, Cambridge Analytica avrebbe supportato nel 2012 anche un partito italiano, il cui nome è ancora ignoto: forse la Lega.
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Ultimo aggiornamento: Martedì 20 Marzo 2018, 05:01
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