CORSA AL GIALLO PER RIAPRIRE

Simone Pierini
Conto alla rovescia verso le riaperture del 26 aprile: ancora una settimana e l'Italia entrerà in una fase che il premier Draghi ha definito di «rischio ragionato». Tornano le zone gialle - in anticipo rispetto alle indicazioni dell'ultimo decreto - definite rafforzate ma che nella realtà appaiono più leggere. Alzano le serrande i ristoranti che oltre al pranzo apriranno anche a cena (ma solo con tavoli all'aperto), ripartono teatri, cinema e spettacoli ma anche in questo caso solo all'aperto, poi le scuole in presenza al 100% anche in zona arancione (al 50% in zona rossa). Su questo tema si è alzata la preoccupazione dell'Associazione nazionale presidi che denuncia come «in molte aule non sarà possibile rispettare il metro di distanziamento» chiedendo di «ridurre la presenza dei ragazzi e alternarla alla dad, facendo rotazioni».
IL PASS Via libera agli spostamenti tra regioni gialle e un pass per concederli anche tra arancioni e rosse. Sulla questione ci sarà un confronto con il Cts: tra le ipotesi in campo c'è quella di un'app sul modello israeliano e quella cui sta lavorando anche l'Unione Europea, ma ci vorrà del tempo per attivarla. E così dal 26 aprile potrebbe così bastare una certificazione che dimostri una delle tre condizioni richieste: vaccinazione, test negativo, guarigione.
15 MILIONI DI VACCINATI Nel frattempo con la Campania che da oggi ritorna arancione restano rosse solo Calabria, Sardegna e Valle D'Aosta e si alza anche il ritmo delle vaccinazioni. Superato quota quindici milioni di somministrazioni di cui circa 4,5 milioni di persone hanno ricevuto entrambe le dosi.
IL COPRIFUOCO DIVIDE Nonostante la linea aperturista abbia prevalso non si placano le polemiche con Matteo Salvini che insiste sull'eliminazione del coprifuoco alle 22 e chiede il «ritorno alla normalità» mentre per Giorgia Meloni «continuare con il coprifuoco è uno sfregio alla libertà individuale». Ma una modifica in tal senso non è sul tavolo.
RISTORATORI DA DRAGHI Prosegue invece la protesta dei ristoratori. Ieri è andato in scena un sit in a Città della Pieve, dove il premier Draghi ha una casa: «Vogliamo riaprire subito in sicurezza - il loro urlo di sofferenza - I piatti che oggi abbiamo preparato per donare al presidente del Consiglio Draghi li vogliamo servire nei nostri ristoranti, non ce la facciamo più». Infine i dati: ieri 12.694 casi positivi e 251 morti, prosegue il calo dei ricoveri.
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Aprile 2021, 05:01
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