Concertone, il ciclone Fedez ora si abbatte sulla politica

Concertone, il ciclone Fedez ora si abbatte sulla politica
Ida Di Grazia
C'è la Rai e c'è la Lega, ci sono il premier Mario Draghi e addirittura il Vaticano, nel testo che poi è andato in onda integralmente, senza alcuna censura. Il monologo di Fedez dal palco del Primo maggio non ha risparmiato nessuno. Il rapper non ha fatto altro che portare sul palco le tematiche che affronta sul suo profilo Instagram da oltre 12 milioni di follower. Tralasciando il reparto Covid aperto a Milano insieme a Chiara Ferragni, Fedez è stato tra i primi ad accendere i riflettori sul Ddl Zan, fermo in Parlamento da due mesi.
Ma anche quella sui lavoratori dello spettacolo fermi a causa della pandemia è stata una battaglia vinta. Un mondo dimenticato dalla politica, come ha detto il cantante rivolgendosi a Draghi, sul palco dell'Auditorium, in occasione della Festa dei lavoratori. Fedez ha fatto nomi e cognomi, mettendoci la faccia. «Mi prendo le responsabilità di ciò che dico e faccio», ha detto alla vice presidente di Rai3, Ilaria Capitani, e agli altri interlocutori che non ritenevano opportuno il suo intervento. Telefonata che il rapper ha poi pubblicato, seppur tagliata, sul suo account Twitter dopo la prima smentita di viale Mazzini, che ora deve affrontare una nuova tempesta mediatica. Con Pd e M5S che invocano dimissioni.
Sul palco del primo Maggio si dicono cose di sinistra, ma stavolta paradossalmente a farlo è stato un cantante che proprio alla sinistra fa storcere il naso e che ne ha evidenziato la mancanza di leadership e autorevolezza. Ora però tutti plaudono, dal segretario del Pd Enrico Letta che chiede le scuse della Rai al leader in pectore dei Cinque Stelle, nonché ex-premier, Giuseppe Conte che scrive «Sto con Fedez», sconfessando quei vertici Rai che proprio il M5S aveva contribuito a eleggere insieme alla Lega. E perfino il leader del Carroccio Salvini non chiude le porte al rapper, invitandolo a «un caffè» e a un «confronto in tv», e stigmatizzando le parole citate da Fedez e pronunciate in passato da esponenti leghisti: «Provo disprezzo «per le frasi che ho sentito, sono disgustose, chi minaccia, insulta, chi augura al morte va curato e punito», ha detto Salvini a Domenica Live, su Canale 5.
In favore di Fedez è sceso in campo anche un collega illustre, Vasco Rossi, sottolineando l'importanza del suo intervento. E incassando la replica dell'interessato: «Grazie, maestro».
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Maggio 2021, 05:01
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