Ciontoli condannato a 14 anni La madre di Marco: la giustizia c'è

Emilio Orlando
La morte di Marco Vannini fu omicidio volontario. È la sentenza della Corte d'Appello, che ha riscritto le condanne per tutti gli imputati e ribaltato quella precedente: 14 anni di carcere per Antonio Ciontoli e 9 anni e quattro mesi per la moglie Maria Pezzillo ed i figli Federico e Martina (quest'ultima all'epoca dei fatti fidanzata di Marco). Secondo i magistrati avrebbero potuto evitare la morte del bagnino di Cerveteri se avessero chiamato subito i soccorsi senza mettere in atto il depistaggio dopo lo sparo. Tra lacrime ed applausi al termine della lettura della sentenza, Marina Conte (mamma di Marco Vannini) ha commentato il verdetto mentre stringeva tra le braccia un mazzo di girasoli : «Una grande emozione, finalmente dopo più di 5 anni abbiamo dimostrato ciò che era palese dall'inizio. Se Marco fosse stato soccorso subito, oggi non saremmo in quest'aula. Ma è anche la dimostrazione che la giustizia esiste. Non dovete demordere mai - ha continuato la donna. Antonio Ciontoli non deve chiedere perdono a noi, ma a sè stesso. Questa è una sede di giustizia e non di vendetta, i giovani devono crescere con principi morali sani».
Per l'intera famiglia Ciontoli già nelle prossime ore potrebbero spalancarsi le porte del carcere, per effetto del dispositivo esecutivo della condanna.
Durante l'udienza l'ex sottufficiale della marina militare, principale imputato ha reso una dichiarazione spontanea: «Marco è stato il mio irrecuperabile errore. Sulla mia pelle sento quanto possa essere insopportabile, perché innaturale, dover sopportare la morte di un ragazzo di vent'anni». Parole senza senso che - secondo i genitori di Marco e per i magistrati - celavano una strategia difensiva evidentemente non andata a buon fine. I legali della difesa degli imputati hanno annunciato che presenteranno ricorso in corte Cassazione.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 1 Ottobre 2020, 05:01
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