Chicchi di grandine come palle da baseball Auto e alberi distrutti, feriti, ospedali in tilt

Mario Landi
Chicchi di grandine grandi come arance, strade trasformate in fiumi, alberi divelti, stabilimenti balneari cancellati, vetri infranti, fango, luce elettrica interrotta, paesi isolati e stato di calamità richiesto lungo tutta la dorsale adriatica. È stata un'autentica burrasca quella che ha portato distruzione, paura e feriti in piena estate. Un'ondata di maltempo annunciata ma che - nei fatti - si è rivelata molto più violenta quella che ancora per la giornata di domani dovrebbe interessare diverse regioni italiane prima di lasciare spazio nuovamente al gran caldo e all'afa.
Da ieri si leccano le ferite soprattutto Marche e Abruzzo, anche se a Milano Marittima e dintorni una specie di uragano tropicale ha abbattuto in un sol colpo ben 200 pini secolari mettendo in ginocchio trasporti e viabilità. Violentissima la grandinata che si è abbattuta su Pescara e su parte della costa abruzzese, con chicchi grandi come «palle da baseball», ha raccontato il sindaco Carlo Masci. Venti le persone finite al Pronto soccorso per le ferite al volto e al capo provocate dalla grandinata (c'è anche una donna incinta): sono state tutte suturate. Ma a stare peggio è proprio l'ospedale pescarese, dove si è allagato il piano terra oltre ai seminterrati, costringendo alla sospensione di tutte le operazioni chirurgiche e di assistenza. Soprattutto nel quartiere residenziale dei Colli innamorati le auto sono state travolte dall'acqua oppure hanno subito danni a carrozzeria e vetri. La piazza centrale del capoluogo abruzzese è diventata un lago, con 40 centimetri di acqua. Infranti pure i vetri dell'Università di Chieti, dove è stata evacuata la biblioteca con decine di studenti all'interno. Nelle Marche, sottopassi chiusi e abitanti senza luce ad Ancona ma sono state le colture a subìre i danni maggiori: «Siamo in piena fase emergenziale, nelle campagne lo scenario è apocalittico. I danni sono ingenti e hanno colpito in maniera trasversale: dai frutteti agli oliveti, dalle aziende zootecniche a quelle a seminativi, senza risparmiare le strutture di vivai ed agriturismi», dice Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 11 Luglio 2019, 05:01
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