Chicchi di grandine come palle da baseball Auto e alberi distrutti, feriti, ospedali in tilt
Chicchi di grandine grandi come arance, strade trasformate in fiumi, alberi divelti, stabilimenti balneari cancellati, vetri infranti, fango, luce elettrica interrotta, paesi isolati e stato di calamità richiesto lungo tutta la dorsale adriatica. È stata un'autentica burrasca quella che ha portato distruzione, paura e feriti in piena estate. Un'ondata di maltempo annunciata ma che - nei fatti - si è rivelata molto più violenta quella che ancora per la giornata di domani dovrebbe interessare diverse regioni italiane prima di lasciare spazio nuovamente al gran caldo e all'afa.
Da ieri si leccano le ferite soprattutto Marche e Abruzzo, anche se a Milano Marittima e dintorni una specie di uragano tropicale ha abbattuto in un sol colpo ben 200 pini secolari mettendo in ginocchio trasporti e viabilità. Violentissima la grandinata che si è abbattuta su Pescara e su parte della costa abruzzese, con chicchi grandi come «palle da baseball», ha raccontato il sindaco Carlo Masci. Venti le persone finite al Pronto soccorso per le ferite al volto e al capo provocate dalla grandinata (c'è anche una donna incinta): sono state tutte suturate. Ma a stare peggio è proprio l'ospedale pescarese, dove si è allagato il piano terra oltre ai seminterrati, costringendo alla sospensione di tutte le operazioni chirurgiche e di assistenza. Soprattutto nel quartiere residenziale dei Colli innamorati le auto sono state travolte dall'acqua oppure hanno subito danni a carrozzeria e vetri. La piazza centrale del capoluogo abruzzese è diventata un lago, con 40 centimetri di acqua. Infranti pure i vetri dell'Università di Chieti, dove è stata evacuata la biblioteca con decine di studenti all'interno. Nelle Marche, sottopassi chiusi e abitanti senza luce ad Ancona ma sono state le colture a subìre i danni maggiori: «Siamo in piena fase emergenziale, nelle campagne lo scenario è apocalittico. I danni sono ingenti e hanno colpito in maniera trasversale: dai frutteti agli oliveti, dalle aziende zootecniche a quelle a seminativi, senza risparmiare le strutture di vivai ed agriturismi», dice Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 11 Luglio 2019, 05:01
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