Uccise il padre violento, Catizone: «Pm scaricabarile, così la vittima passa per un carnefice»

Uccise il padre violento, Catizone: «Pm scaricabarile, così la vittima passa per un carnefice»

di Valeria Arnaldi

«Valutino i giudici se questa norma è ragionevole». Questo l'appello del pm che, a Torino, si è detto «costretto» a proporre una pena di 14 anni per un giovane che ha ucciso il padre. Avvocata Andrea Catizone, specializzata in diritto di famiglia, della persona e dei minori, come valuta l'accaduto?
«Mi sembra che ci sia una sorta di scaricabarile nella dinamica processuale. Il compito dell'accusa è proprio individuare pienamente le responsabilità nel processo, mi pare che ultimamente questa funzione, in alcuni casi, sia un po' edulcorata, non esercitata fino in fondo. Ciò limita la pienezza dei diritti di cittadini e cittadine».

Uccise il padre violento, il pm: «Costretto a chiedere 14 anni, ma non li merita».


Le attenuanti avrebbero dovuto prevalere?

«Questo è un caso limite, perché la vittima, dopo anni di sopportazione, diventa carnefice.

Penso che il tema delle attenuanti debba essere considerato, usando la discrezionalità nell'interpretazione delle norme che i magistrati possono avere. Faccio appello al buonsenso del giudice nel considerare la situazione in cui si è trovato il ragazzo. Il nostro sistema è troppo carente in materia di prevenzione e tutela».


Riconoscere il peso del contesto sarebbe importante come precedente?
«Sì, ovviamente senza lanciare il messaggio che ci si debba fare giustizia da soli».


Ultimo aggiornamento: Martedì 9 Novembre 2021, 08:38
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