Assalto al cantiere della Tav 14 anni dopo i primi scontri

Assalto al cantiere della Tav 14 anni dopo i primi scontri
Giammarco Oberto
Con il favore del buio sono saliti attraverso i boschi fino al cantiere della Tav di Chiomonte, il fortino presidiato da più di 10 anni dalle forze dell'ordine. E hanno scatenato la guerriglia. Cento incappucciati dei centri sociali, armati di bombe carta e pietre, hanno preso d'assalto le recinzioni, appiccando un incendio alla cancellata e tirando sassi con le fionde contro gli agenti.
A 14 anni dagli scontri di Venaus che aprirono il fronte di battaglia tra lo Stato e i No Tav, e di cui proprio ieri cadeva l'anniversario, in Valle di Susa nulla sembra essere cambiato. Anzi, il braccio di ferro è ancora più marcato, e si ammanta di un ambientalismo generico nel segno dei Frydais for future capace di portare nuova linfa al movimento contro l'Alta Velocità: la Tav è un delitto climatico, il nuovo slogan. La scorsa notte, dopo l'apericena organizzato dai No Tav a Giaglione, in Valle di Susa, un centinaio di attivisti ha preso la via di boschi e raggiunto l'area off limit del cantiere, appiccando l'incendio ai jersey davanti al cancello e tirando di tutto contro gli agenti dl Reparto mobile. Solo con gli idranti e i lacrimogeni i poliziotti sono riusciti ad allontanare gli attaccanti. La Digos ne ha identificati 24, tutti militanti dl centro sociale torinese Askatasuna: saranno denunciati per incendio e inottemperanza all'ordinanza prefettizia che vieta l'accesso alla zona rossa del cantiere.
Passata la nottata, ieri il popolo No Tav ha sfilato pacificamente da Susa a Venaus per ricordare i disordini del 2005. «C'eravamo, ci siamo e ci saremo. Ora e sempre No Tav», lo striscione che apriva il corteo. Dietro, i sindaci della valle e tremila persone.
riproduzione riservata ®
Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Luglio 2020, 18:57
© RIPRODUZIONE RISERVATA