Ambra: «Nei panni di Luce vivo la mia vita alternativa»

Michela Greco
ROMA - Potenza. Tra luci al neon e geometrie urbane, nella notte del solstizio d'inverno si incrociano 4 percorsi di galleggiamento sulla vita: un politico locale (Massimo Popolizio) cui hanno preannunciato l'arresto, tre ventenni annoiati, un ragazzo che tiene in piedi una relazione clandestina con la sua ex prof, sposata con figlia, e una cubista - non più giovanissima - in crisi esistenziale. «Poteva anche essere la storia della mia vita, se avessi fatto scelte diverse», dice Ambra Angiolini di quest'ultimo personaggio, Luce, che interpreta in La notte più lunga dell'anno, il film di Simone Aleandri presentato al Torino Film Festival fuori concorso e da giovedì al cinema.
«Il film ha la notte come punto centrale dice l'attrice è il momento in cui Luce si sveglia davvero, in cui riesce ad ascoltare i suoi sentimenti e ne è frastornata. Cerca l'alba volendo concedersi una possibilità che fino a quel momento non si era data». Come scenario, la città di Potenza, piuttosto inedita al cinema: «Una città stratificata, che consentiva astrazioni ha spiegato il regista La provincia è sempre sentimento, un luogo in cui si gioca la pulsione tra andare e restare».

Ultimo aggiornamento: Martedì 25 Gennaio 2022, 05:01
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